Il video studiato per rasserenare i bambini e i loro genitori per l’inoculazione in corso, si avvale di immagini adatte al pubblico dei più piccoli e del seguente dialogo in cui un cavaliere provvisto di armatura circola per le strade di una città moderna ed esorta i minori a diventare cavalieri anti-coronavirus:
- Buongiorno bambini. Volete diventare cavalieri che combattono contro il cattivissimo drago coronavirus?
- Sììììì
- Per chi di voi ha tra i 5 e gli 11 anni c’è un’arma speciale, un vaccino! È fatto con la stessa pozione dei grandi ma ne basta un terzo. La pozione entra nelle vostre cellule e le trasforma in modo che possano riconoscere le cellule del virus e attaccarle.
- Ma come si prende la pozione magica anti-drago?
- La pozione non si beve, ma si riceve con due piccole punture a distanza di 21 giorni. Le potete fare nello studio del vostro pediatra o in squadra con altri cavalieri bambini in posti speciali nella vostra città. Un consiglio. Se non siete mancini, offrite il braccio sinistro così il destro rimarrà in forma per disegnare, per scrivere e per i duelli!
- Ah, una prova di coraggio!
- Ci sono altre due prove di coraggio per diventare cavalieri un po’ di mal di testa o di febbre per qualche giorno.
- Ma è sicuro?
- No, capita qualche volta ma è una piccola seccatura in cambio della gloria
- Olé!
- Diventerete cavalieri anti-coronavirus
- Olé!! Olé!!
- Sconfiggerete il drago
- Olé!
- E non contagerete genitori e nonni!
- Evviva!
- E c’è un premio finale! Farete meno tamponi e didattica a distanza e tutti gli sport che vorrete!
- Evviva!
I bambini fino ad ora riparati da qualsiasi esposizione mediatica, sono divenuti i principali attori per la promozione del prodotto promosso e allo stesso tempo i clienti dell’offerta.
Dove sono tutte le associazioni in difesa dei diritti dei minori che fino a qualche anno fa frequentavano i salotti televisivi e chiedevano cautele per i più piccoli?
Il messaggio dello spot rivolto ai bambini considerati lo scudo contro l’infezione per difendere i propri genitori e i nonni non suscita perplessità negli adulti? È possibile, di fronte all’incertezza di molti medici e ricercatori, esporre i minori a rischi per la somministrazione dei vaccini pur di evitare problemi agli adulti?
I riferimenti all’accelerazione delle vaccinazioni sui minori in altri paesi è frequente tra gli addetti ai lavori e viene presentata come la sperimentazione in atto che darà conferma della validità o meno della scelta fatta. È accettabile attendere i risultati della sperimentazione sui minori in altre realtà per continuare con maggiore serenità a vaccinare i giovanissimi nel nostro Paese?
È lecito tutto questo? Non dovrebbero essere gli adulti a proteggere i figli di tutte le società?