Il Natale cinese è in realtà la festa del solstizio invernale chiamato Dongzhì, il ventiduesimo mese dei 24 in cui è diviso l’anno solare; si ricollega all’antico concetto dello yin e dello yang in una concezione filosofica correlata all’armonia universale del taoismo.
In Cina la popolazione cristiana è una minoranza, ma circa il 75% dei giocattoli e il 95% delle luminarie vendute in Italia proviene da questo paese con mire sempre più espansionistiche.
Il governo cinese, come sempre caratterizzato da un nazionalismo e socialismo galoppante, in accordo con il Partito Comunista, al potere da ben 70 anni, quest’anno ha intenzionalmente spinto verso il boicottaggio dei valori culturali occidentali inibendo qualsiasi iniziativa in linea con il Natale anche quelle totalmente commerciali e disgiunte dal credo cristiano.
In questo modo, anche Babbo Natale dovrà accontentarsi di vivere il suo momento in sordina; infatti, nella notte della nascita di Gesù Bambino che porta i doni ai più piccoli, molte famiglie cinesi hanno deciso di non rischiare ripercussioni e, per tale motivo, evitare i festeggiamenti in stile occidentale.
È in atto una stretta decisa da parte del governo di Pechino sulle religioni e anche sull’insegnamento delle lingue straniere, al fine di ottenere un sempre maggiore controllo ideologico sul proprio territorio.
Dagli anni ’90 il Natale è una ricorrenza molto popolare tra i giovani cinesi, indipendentemente dal suo valore religioso, e attesa con grande trepidazione, ma l’entusiasmo dovrà essere tenuto sotto controllo per evitare azioni repressive da parte del governo nazionale.
Secondo le stime ufficiali, sono 68 milioni i cinesi cristiani, pari al 5% della popolazione, e tutti regolarmente “registrati” dal governo e obbligati a fare riferimento alla Chiesa Patriottica sempre sotto l’egida del Partito Comunista.
Le feste occidentali, quindi, sono bandite nelle scuole e nelle università, ma i bambini cinesi, come quelli di tutto il mondo, sono quelli che inconsapevolmente mostrano resistenza nei confronti dell’abbandono di quel Babbo Natale che porta doni e, seppure privi di credenze cristiane, ostacolano i censori di Pechino.