Premetto che non sono una novax, credo nella scienza e proprio per questo sono molto spaventata per le serie conseguenze che potrebbe provocare questo maledettissimo virus, in ogni sua variante.
Per me, per noi, in questo periodo non esistono centri commerciali, attività extrascolastiche, uscite se non prettamente necessarie, feste o riuniuni familiari. Per me non dovrebbe esistere, specifico sempre in questo momento, neanche la scuola in presenza o almeno non così.
Anche io vorrei con tutta me stessa che i miei figli, insieme ai loro coetanei, rivivessero con serenità l’ambiente scolastico in presenza che a loro tanto manca poiché hanno avuto la fortuna di trovare un ambiente sano e familiare nonché istruttivo ed educativo. Ma in questo particolare periodo storico sentivo al sicuro la mia famigia con una didattica a distanza, di breve durata, necessaria a non turbare maggiormente i ragazzi (che comunque a scuola non vivono il massimo della serenità con positivi su positivi) e necessaria a permettere a questi contagi di aumentare perché, vuoi o non vuoi, alla loro età non si riesce a vivere sempre come soldatini mascherati.
Questo ci è stato negato!
Allora mi chiedo e chiedo a chi di competenza, perché non tornare in presenza con screening sulla popolazione scolastica e sul personale scolastico?
Perché devo mandare a scuola i miei figli quando, nonostante le continue sollecitazioni, ci sono genitori che fanno andare a scuola i figli anche con raffreddore, tosse, mal di gola, mal di testa e mal di pancia? (manco la scuola fosse un baby parking)
Perché farli vivere cinque ore di fila al freddo, perché necessario areare le classi, e vicino a chi crede (e non mi riferisco per niente ai ragazzi, semmai alle loro famiglie) che questo maledetto virus sia solo ed esclusivamente una banale influenza?
Perché da mamma, devo rassegnarmi alla filosofia :”cumm ven c’ha pigliamm” se non ritengo sicura la scuola per loro e per i miei familiari fragili e per tutelarli devo farli assentare?
Certo, tutta la vita è :”cumm ven c’ha pigliamm” ma non dove qualcosa di diverso si può e si deve fare e soprattutto non quando mi viene negata la libertà di poter scegliere (e ripeto, in un periodo di così alto contagio) di tutelare i miei figli quando le necessarie sicurezze non mi vengono fornite.
Vorrei che chi come me è impaurito e rammaricato per questa situazione si facesse sentire perché si tratta di noi, dei nostri figli, dei nostri familiari fragili e della loro e nostra salute. (S.V.)