
E’ un coro unanime di lamentazioni sulla “impossibilità” di fare in contemporanea didattica a distanza e in presenza, complicatissimo per i docenti e sfibrante per tutti. Mi fa piacere che sia stato compreso. Solo che, va detto anche questo, noi , nei circa 90 giorni in presenza dello scorso anno , l’abbiamo fatto, anche perché non avevamo alternativa.
I docenti sono stati pronti e quello che nello scorso anno era la “nostra soluzione” , ora è diventato per tutti un obbligo. Diciamo, come si dice a Napoli, che non ci “fa impressione”, nel senso che la facciamo senza grosse difficoltà, eravamo già rodati. Sempre l’anno scorso, ci siamo, sempre come si dice a Napoli, “fatti capaci” che dovevamo noi segnalare all’ASL i casi positivi ( poi l’ASl faceva i tamponi, questo sì ) e ci eravamo attrezzati con una casella di posta dedicata per raccogliere e tracciare le segnalazioni.
L’anno scorso e fino al 20 dicembre 2021, però, abbiamo avuto pochissimi casi di covid, ci sembrava difficile, ma , rispetto ad oggi, era una passeggiata.
E’ pesante, certamente, controllare in tempo reale, le comunicazioni di positività, inserirle nel contesto classe e avvertire studenti e docenti su come sarà la successiva giornata scolastica : tutti con FFP2, in didattica mista a seconda dello stato vaccinale, da controllare ogni giorno, tutti in DAD con tre casi positivi.
Vanno controllate “entrate e uscite” e rimodulati i rientri in presenza, che, a loro volta rideterminano la modalità della frequenza dell’intera classe, i docenti non sanno, né possono sapere come organizzare la lezione per il giorno dopo : didattica da costruire su tre scenari, quotidianamente.
Ce la stiamo facendo, ci aiuta l’esperienza dello scorso anno e il senso di responsabilità, la disponibilità di tutti a mantenere h 24 il contatto con i propri studenti, il grande lavoro di un manipolo di “resilienti” che non cede di fronte alla prospettiva di “allerta continua”, nella consapevolezza che, quando “entrano” gli studenti a scuola il Convivio deve essere il più possibile organizzato.
E’ pesante, si dovrebbe” fare la scuola” che è altro , molto altro da quello che ci spetta ora : mentre i docenti fanno lezione “ognuno con i suoi mezzi , magari arrivado a pezzi, con la FFP2 ” , i DS non fanno più , o molto meno e senz’altro peggio, quello che dovrebbero.
Siamo sotto osservazione continua, c’è chi ritiene che non facciamo abbastanza : la cosa non mi meraviglia, la scuola è un “oggetto” speciale, cambia a seconda dell’osservatore e dal suo livello di osservazione.
In fondo mi irrita meno quando “sparlano” della scuola rispetto a quando ci chiamano eroi.
Se mi chiami eroe , pretendi che io lo sia: non lo siamo, facciamo quello che possiamo al meglio delle nostre possibilità : “lasciateci stare!”
Non pretendiamo di uscirne migliori, speriamo solo di uscirne il prima possibile. Poi, con materiali di risulta, ricostruiremo, anche senza PNRR.