Il 24 gennaio è un giorno a suo modo storico per la tecnologia. Nel 1984 l’allora CEO di Apple, Steve Jobs, presenta infatti al mondo il primo Macintosh. Lo fa in quel di Cupertino durante l’incontro annuale con gli azionisti di Apple. È la nascita di un computer nuovo, rivoluzionario, capace di far concorrenze al gigante IBM. È il primo passo verso un’escalation di successi che durerà fino ai giorni nostri.
Dotato di un display in bianco e nero da 9 pollici, il primo Macintosh viene messo in vendita al prezzo di 2495 dollari e in dotazione ha il mouse, un nuovo sistema di puntamento. Ha un processore Motorola 68000 da 8 MHz, 128 KB di RAM e un’unità floppy da 3,5 pollici. Il peso del sistema è di 8 kg e al suo interno contiene software per l’elaborazione di testi e immagini. Non ha un hardware né un hard disk interno e quindi è molto lento. È inoltre presente una ventola che surriscalda eccessivamente l’apparecchio. Insomma, è un prodotto innovativo ma con tanti difetti – come è ovvio che sia – e con un prezzo proibitivo per molti.
Eppure il dato delle vendite è ottimo. Migliaia di persone si mettono in fila per ore e ore fuori dai negozi per comprarlo e a maggio del 1984 risultano vendute 70mila unità. Dopo il Macintosh, verranno lanciati tantissimi altri prodotti innovativi come Macintosh II, Macintosh Classic, PowerBook, Power Macintosh, iMac G3 e iBook, fino ad arrivare agli attuali MacBook Air e MacBook Pro. Le vendite non faranno altro che continuare ad aumentare in tutti questi anni, con ben 18 milioni di sistemi Mac comprati dagli utenti solo nel 2019. E IBM, il colosso di allora? Ha smesso di vendere computer a inizio 2000, una volta ceduta la divisione a Lenovo. Sì, il mondo è decisamente cambiato.