Gennaio 2020 – Gennaio 2022: due anni di pandemia.
Sappiamo bene, soprattutto chi come me riveste la duplice veste di genitore e di addetta ai lavori, quanto sia stato complicato gestire la didattica e la vita amministrativa e generale della scuola negli ultimi due anni.
A che punto siamo oggi?
Qualcuno potrebbe dire, da inguaribile ottimista, a buon punto; chi , invece, a scuola ci lavora e vive di scuola, al punto di non ritorno.
Nella prima categoria rientrano coloro che a buona ragione ritengono necessari i vaccini dai 5 anni in poi e allo stesso tempo deleteria e da evitare il più possibile la DAD e la DDI.
Nella seconda categoria rientrano coloro che hanno seri dubbi sull’efficacia dei vaccini e sugli effetti che questi ultimi potrebbero avere sui minori e che, considerati gli aspetti nefasti della scuola in presenza, divisa tra didattica a distanza, autosorveglianza e disagi vari, prediligerebbero la DAD, anche per un periodo limitato, o comunque fino a quando il numero dei contagi e dei decessi non calerebbe.
Proprio stamattina, invece, dopo numerosissimi cambi di direttive da parte del Ministero, alcuni volti a semplificare il ritorno post isolamento e la gestione complessiva della scuola, apprendiamo che gli alunni positivi, asintomatici, potrebbero restare in classe, in barba alla distinzione che si sta facendo tra ordini di scuola, numero dei contagiati per classe, mascherine FFP2, contatti stretti, tempi di quarantena diversi a seconda dei vaccinati, corsa ai tamponi, ecc…
Intanto in classe ci vanno i docenti e gli studenti, i collaboratori sanificano il sanificabile, gli assistenti amministrativi segnalano in continuazione i positivi alle varie ASL o ATS di riferimento, rassicurano i genitori, convocano disperatamente supplenti sia ATA che docenti, i direttori amministrativi fanno quadrare il bilancio, si occupano di acquisti mirati per la prevenzione del Covid, aiutano presidi e amministrativi, controllano che le scuole siano pulite, i dirigenti si fanno in quattro per mandare avanti tutto questo difficile e delicato meccanismo ed evitare che si inceppi. Insomma ci si fa in quattro ogni giorno per salvare il salvabile.
Commoventi sono gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, che rispettosi delle regole, entrano in classe, lavano le mani il più possibile, mantengono le distanze, cercano la concentrazione. Ricorderanno per sempre questi anni difficili, a tratti insostenibili, tra la didattica in presenza e quella a distanza, la paura costante dell’amico contagiato, l’ansia del tampone positivo e l’isolamento.
Le famiglie ne escono provate non solo psicologicamente ma anche economicamente, per la riduzione degli stipendi ( congedi inevitabili con i figli in DAD o DDI), per il costo dei frequenti tamponi, per l’ acquisto di mascherine FFP2, per la sicurezza dei propri figli.
I docenti ed il personale scolastico tutto sono allo stremo delle proprie forze e sembra siano stati lasciati soli dai sindacati e soprattutto dal Ministero, che appare distante e all’oscuro della mera vita scolastica.
Sappiamo bene che stiamo vivendo in piena emergenza da due anni, ma bisogna considerare che la stanchezza psicofisica comincia a farsi insopportabile per alunni, personale scolastico e famiglie.
Dovremmo contagiarci tutti e vaccinarci senza se e senza ma?
Ormai ci siamo, tantissime persone sono stravaccinate ed hanno preso il virus.
Quindi cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato?
Sembra si stia andando nella seguente direzione: il Covid andrà trattato alla stregua di un’influenza stagionale per cui risulta indispensabile essere vaccinati e continuare a portare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere le distanze e man mano anche le quarantene e la didattica a distanza saranno solo un ricordo.
Si sa che la scuola è e deve essere fatta a scuola e non a casa. Non vogliamo che i nostri figli diventino asini senza regole e senza cultura, abbrutiti e selvaggi.
Speriamo solo che il Covid ci abbandoni o almeno ci dia una tregua perché siamo tutti esausti e soprattutto si auspica che il Governo non combini pasticci e che più nessuno ci lasci le penne, anche se, gli ultimi dati sono tutt’altro che rosei e la soluzione sembra ancora lontana.
Annalisa Capaldo