Don Enrico Smaldone, antesignano della formazione professionale per i giovani . Alternanza scuola lavoro ? Con Don Enrico e la sua Città dei Ragazzi, il lavoro era formazione continua
Un grande onore per me e i componenti del nostro Comitato Don Enrico Smaldone ricordare l’eccezionale opera di Don Enrico.
“A volte mi sento stanco, vorrei concedermi un po di riposo, ma poi mi riprendo subito: non bisogna fermarsi neanche un attimo fino a quando non avremo raggiunta la meta. È vero ci arriveremo esausti, ma che importa quando il nostro ideale è raggiunto? Neanche la morte ci spaventera piu allora, quando avremo assolto il compito che Dio ci ha assegnato” – così scriveva Don Enrico Smaldone che si spense il 29 gennaio 1967. “Il sacerdote angrese, originario del rione Ardinghi si consumò per la sua “Città dei Ragazzi”, fondata nel 1949 con mille sacrifici e con l’impegno e sostegno spesso dei più umili come per la raccolta di offerte con l’iniziativa “Un mattone per Don Enrico” e il contributo degli operai delle MCM – dichiara Agostino Ingenito – coordinatore del comitato civico, nato per valorizzare la figura dell’eccezionale educatore- Quegli orfani e figli della guerra ebbero in Don Enrico un tutor fondamentale per la loro crescita e formazione. Dall’assetto organizzativo della Città con ruoli di democrazia partecipata ad un modello innovativo di formazione lavoro che consentì di inserire professionalità importanti per la filiera di meccanica di precisione e falegnameria in quella società della ricostruzione post guerra. E poi la musica, la cultura del territorio ed educazione alla vita sociale. In tante famiglie resta il ricordo di un Don Enrico operaio e alla ricerca di fondi ed energie profuse, fino allo stremo, per l’ assistenza di orfani e infanzia abbandonata. “La nostra città non può dimenticare questo grandioso esempio, che al pari del santo sacerdote Don Alfonso Fusco e della concittadina Maddalena Caputo, nel secolo precedente, si era speso totalmente per la società del suo tempo – dichiara, con i referenti del Comitato, il sindaco Cosimo Ferraioli – Ecco perché ci uniamo all’invito del nostro Vescovo alla preghiera e sollecitiamo testimoni e quanti hanno da raccontare, a relazionarsi con la Curia e i postulatori che hanno avviato il processo diocesano per la beatificazione”. Alla cerimonia presso la tomba del cimitero, ha rappresentato la città con il gonfalone del Comune, la consigliera comunale Anna Parlato, su delega del Sindaco e con la benedizione di Don Antonio Mancuso.