Elisabetta madre di Giovanni il Battista e moglie di Zaccaria, non aveva figli. Mentre Zaccaria si trovava nel Tempio di Gerusalemme, l’arcangelo Gabriele, in una visione, gli annunciò la prossima nascita di un figlio.
Zaccaria non credette all’annuncio poiché Elisabetta era già in età avanzata. Divenne muto e riacquistò la parola solo dopo la nascita del Battista.
Al sesto mese di gravidanza, Elisabetta ricevette la visita di Maria. All’udire il saluto di Maria, Elisabetta “fu ricolma di Spirito Santo” e riconobbe Maria come madre del Salvatore e la salutò con le parole “benedetta fra tutte le donne” e “madre del mio Signore”.
Maria rispose intonando l’inno del Magnificat. Questo episodio viene ricordato nella dottrina cristiana come la Visitazione.
La Chiesa cattolica considera Elisabetta santa e ne celebra la memoria il 23 settembre assieme al marito sa Zaccaria.
Il Vangelo di Luca è l’unico racconto dove sono protagoniste due donne: Maria ed Elisabetta. Entrambe vivono l’esperienza di una gravidanza miracolosa.
L’incontro tra queste due figure femminili può definirsi come l’elogio dell’amicizia e, anche, una piccola lezione sull’arte di vivere. Tutte e due credono nell’impossibile, si fidano dell’imprevedibile, si affidano a Dio; affrontano insieme i loro problemi, le loro fatiche, pur appartenendo a generazioni differenti.
Maria, la più giovane, appena ricevuta la notizia della gravidanza della cugina Elisabetta, si mette in viaggio per amore. Elisabetta al cospetto di Maria l’accoglie benedicendola, cogliendo subito il bene e il positivo nell’altra.
Maria risponde commossa con un canto di gioia e insieme di ringraziamento: il Magnificat. In questo modo ringrazia Dio per l’incontro, perché ogni amicizia vera è un dono che realizza il miracolo di “partorire la vita”.