Non ci sei ma ci sei, come una presenza impalpabile che mi toglie il respiro e che mi svuota le viscere all’improvviso.
Ti ho voluto fortemente, ho pensato di non volerti più, ti ho di nuovo desiderato, ti ho concepito non una ma mille volte e ancora mille.
Non ci sei ma ci sei, come un battito d’ali nel ventre, una lieve eppure così incisiva presenza interiore.
Ti ho amato e odiato mille volte e ancora mille, ti ho desiderato e ripudiato prima di metterti al mondo tra emozioni contrastanti e fluttuanti.
Non ci sei ma ci sei in ogni mio respiro, in ogni paura, in ogni sogno, in ogni pensiero, in ogni preoccupazione, in ogni cura.
Ti ho parlato e ti ho zittito, ti ho cercato e ti ho perso mille volte e ancora mille, poi ho lasciato fare al destino o a Dio o alla natura.
Non ci sei ma ci sei come un miracolo oscuro alla gente comune, alla medicina, agli scettici, a chi pensa che mettere al mondo figli sia un errore, tra lerciume e codardia.
Ti ho rassicurato e tenuto lontano dalla cattiveria insulsa di parenti e di serpenti mille volte e ancora mille, ti ho protetto da chi non sa quanto amore ci sia dentro di me.
Non ci sei ma ci sei quando le parole della gente scivolano sul mio prezioso addome, sui miei seni puri più di false vergini dagli animi sordidi.
Ti ho presentato coloro che ti ameranno e nascosto da chi non sarà degno di conoscerti, sorriderti e stringerti mille volte e ancora mille.
Non ci sei ma ci sei già quando la notte silenziosa si ferma ad ascoltare i nostri battiti che diventano uno e nessuno sa che ormai ti amo mille volte e ancora mille.
Annalisa Capaldo