Con le regole per liberare energia vitale e raggiunge una condizione esistenziale di leggerezza, Franco Berrino, ex direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nei suoi libri (Il cibo della saggezza e La via della leggerezza, Mondadori) traccia anche delle linee guida importanti per perdere peso e alimentarsi correttamente. Da cosa partire? Dalla scelta degli ingredienti che si portano in tavola. Secondo il medico, infatti, ci sono dei cibi che è meglio da evitare. Ecco quali.
Ingredienti molto raffinati, come le farine bianche, diminuiscono l’apporto di fibre all’organismo e debilitano i microbi dell’intestino, il cosiddetto microbiota. «Se la varietà di cibo si riduce – spiega Berrino nel libro La via della leggerezza (Mondadori) – si riduce anche la biodiversità dei microbi intestinali.
Molte gravi malattie sono caratterizzate da una scarsa varietà della flora intestinale. Come la colite ulcerosa, alcuni tumori e malattie neurodegenerative». La soluzione? «Mangiare cibi che piacciono ai batteri, cioè quelli integrali, ricchi di fibra».
«Evitiamo le bevande zuccherate, quelle denominate “zero” e le bevande alla frutta che derivano, per diluizione, dai succhi di frutta concentrati — spiega Berrino —. Queste bevande possono anche non avere zuccheri aggiunti, ma esiste uno studio francese che correla un aumento della possibilità di ammalarsi di cancro al consumo di succhi di frutta provenienti dai concentrati.
I succhi di frutta vanno bevuti freschi, questa è l’indicazione a cui attenersi. In un nostro studio, poi, abbiamo trovato che chi beve bevande “zero”, cioè dolcificate con edulcoranti industriali, a parità di stile alimentare complessivo si ammala di più di diabete, perché questi edulcoranti danno una fortissima sensazione di dolcezza al corpo che apre le porte all’assorbimento del glucosio. La glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, così si innalza».
Preferite formaggi freschi, in particolare i caprini e gli ovini, a quelli molto stagionati perché il concentrato di grassi è minore.
«I cibi ultra-lavorati, cioè quelli che contengono conservanti e aromi artificiali come certi tipi di salumi, le bevande che abbiamo visto sopra, gran parte dei cibi pronti da mettere nel microonde, degli snack dolci e salati, dei biscotti commerciali non vanno bene — continua Berrino —: il loro consumo continuativo è correlato a una maggiore possibilità di ammalarsi di cancro, obesità, diabete…».
«Salumi, wurstel, hamburger, carne in scatola ultra-lavorati sono associati a una maggiore possibilità di contrarre il tumore all’intestino, tanto che il codice europeo contro il cancro raccomanda di “evitare le carni conservate; limitare il consumo di carni rosse e di alimenti ad elevato contenuto di sale” — spiega Berrino —.
Sarebbe il caso che l’industria alimentare trovasse alternative naturali ai conservanti artificiali: esistono alcuni studi sull’uso delle foglie di shiso, una pianta asiatica. Da approfondire».
«Anche lo zucchero, di tutti i tipi, non è indicato per una dieta equilibrata. Questo non vuol dire dimenticare in assoluto i dolci, ma trovare delle alternative. Si possono ad esempio usare spezie e frutta fresca o secca al posto dello zucchero nei dessert. Dobbiamo abituarci a non dolcificare caffè e tisane.
Certo è che se una persona è abituata a usare lo zucchero bianco raffinato ha senso che passi a quello integrale, come primo step. Ma gradualmente va proprio eliminato», continua Berrino.
Meno se ne assume, meglio si sta. Un valido sostituto al sale puro, per eliminarlo (quasi) completamente, è il gomasio. Si tratta di un condimento usato nella tradizione macrobiotica a base di semi di sesamo (goma) e sale marino integrale (shio). Entrambi gli ingredienti vengono tostati e poi uniti e mescolati grazie al mortaio. La ricetta ideale prevede 21 parti di sesamo e 1 di sale.