Tre città schiacciate dagli scandali o solo dai sospetti di legami pericolosi. Tre comuni – Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e San Giuseppe Vesuviano – azzerati amministrativamente, all’incrocio tra indagini di prefettura e inchieste dell’antimafia. Da ieri, a Torre è partito – per ora – lo scioglimento ordinario. Su Castellammare la ministra dell’Interno Lamorgese ha sottoposto la proposta di scioglimento al Consiglio dei ministri: per lo scioglimento manca solo la nota ufficiale ed è un esito clamoroso per la fu Stalingrado del sud, ex roccaforte di sinistra mai toccata da un tale decreto e ormai inquinata da contiguità politiche che sembrano aver intaccato entrambi gli schieramenti. Mentre sul centro di San Giuseppe la commissione d’accesso ha già depositato la sua relazione e sarà presto convocato in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza. Con i magistrati della distrettuale antimafia chiamati a “esaminare” un altro caso che sembrerebbe destinato a prognosi infausta.
“Avevamo visto giusto. Il consiglio dei ministri ha sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Castellammare di Stabia. E avevamo visto giusto anche a Torre Annunziata dove ci sono state le dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali all’indomani delle perquisizioni a tappeto e delle incriminazioni per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Anche altri comuni dell’area metropolitana sono commissariati. Per chi vive in queste comunità vuol dire democrazia sospesa. Quando interviene la magistratura o quando interviene il governo con lo scioglimento delle assemblee elettive si riducono gli spazi di democrazia. Tocca alla politica recidere i rapporti con la criminalità organizzata. La questione di fondo sulla quale ci dobbiamo interrogare tutti è la formazione e la qualità della classe dirigente.Noi sappiamo che dove c’è la camorra non c’è sviluppo, non ci sono diritti, non c’è libertà. Sappiamo che Castellammare di Stabia come Torre Annunziata hanno bisogno di voltare pagina”. Lo afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto.