Il Pnrr è, o almeno dovrebbe essere. l’occasione unica per l’Italia di cambiare vestito e passo. e per il Sud di ripartire dopo decenni di stallo. finora, però, quel che è certo è che l’incertezza la fa da padrone. Il governo Draghi è riuscito a strappare all’Europa risorse da destinare al mezzogiorno ma su scadenze, progetti e obiettivi le cose sono molto meno cristalline.
“Non mi sembra che ci sia chiarezza sul Pnrr – commenta Adriano Giannola, direttore Svimez nel corso del focus organizzato a Nocera Inferiore- Ci sono 3.000 progetti, si parla di gallerie. ponti, che richiederanno un decennio di lavori e non si ha in mente quali sono le priorità e non c’è la rapidità nel definire quali sono gli obiettivi.Chi dice che siamo in ritardo, probabilmente ha ragione, chi dice che siano in anticipo, e lo dice il governo, è perché non Ila esplicitato con chiarezza quali sono gli obiettivi che si propone il Pnrr. A me sembra che
su tante cose questo anticipo significhi solo che non c’è nessuna strategia ben chiara da seguire. Quindi si
va avanti giorno per giorno, progetto per progetto, pensando già a come impostare la parte attuativa. Senza
avere in mente qual è l’obiettivo del Paese”. E ancora: ” Il governo ha scelto un ruolo non attivo, cioè fare l’arbitro. Mettere in competizione i Comuni, in tanti casi sprovvisti del personale necessario per la progettazione, non ha senso. I bandi per me non servono. Su argomenti come scuola e sanità, ad esempio, serve regolare dall’altro, in base al fabbisogno. Le Regioni sono grossi apparati che funzionano. Bisogna far ricorsi per i progetti alle Università, ai Centri di Ricerca, ai Politecnici, a gente che un progetto riesce a fartelo in due giorni. Nei decenni scorsi, la Cassa di Mezzogiorno ha risolto tanti problemi, con ingegneri e prototipi, operando in maniera non sempre condivisibile ma operando sul serio. L’Europa, solo con la Pandemia, si è accorta che l’Italia è messa male e che il Sud dell’Italia è messo malissimo. Coesione territoriale e sociale hanno proprio il significato di ridurre il gap, di dare in particolare al Sud la possibilità di sfruttare un’occasione. Non sono d’accordo sul 40 % delle risorse, peraltro senza una norma cogente. Al Sud andava destinata una quota più alta delle risorse del Pnrr. E se le risorse al Sud non vengono spese ? Il sindaco di Milano già afferma che vanno destinate al Nord, figuriamoci. Magari si deciderà di far ripresentare i progetti, creando rivalità e sperperando. Facciamo grande attenzione anche sulle aree interne, anche qui non aspettiamoci miracoli dalla Regione, pensiamo invece al ruolo che può avere la Città Metropolitana di Napoli ad esempio con la Napoli-Bari, la grande chance per opporsi allo spopolamento delle aree interne. Le Zes ? Mi pare che in Italia esistano solo sulla carta”.