Operazione “zuppone” della Guardia di Finanza per alcune pratiche sospette alla sezione fallimentare del Tribunale di Nocera Inferiore: “pagare moneta, vedere cammello”. La richiesta di 100mila euro a un imprenditore conserviero. Uno dei destinatari della misura è Giovanni D’Antonio, fino a qualche settimana fa presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Nocera Inferiore; ai domiciliari vanno anche il commercialista Giovanni Faggiano e l’avvocato Fabio Sorrento.
Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, con contestuale perquisizione locale, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale, su conforme richiesta di questa Procura, nei confronti di due commercialisti nocerini, nonché di un avvocato, in relazione ad episodi concussivi posti in essere nell’ambito di procedure fallimentari in atto proprio presso il Tribunale di Nocera Inferiore.
L’indagine trae origine da una denuncia sporta, nel 2018, da un imprenditore operante nel settore conserviero che riferiva di aver ricevuto da una persona terza, per conto della Curatela Fallimentare, la richiesta di una considerevole somma di denaro al fine di non ostacolare, attraverso la presentazione di ricorsi ovvero ricorrendo ad altre condotte ostruzionistiche, la positiva conclusione di una contestuale procedura esecutiva parallela a quella in corso in ambito fallimentare.
A tale vicenda faceva seguito una seconda denuncia presentata da altro imprenditore insolvente il quale riferiva, in particolare, di un tentativo da parte del curatore, Faggiano, che agiva in concorso con altro commercialista, D’Antonio e con l’ avvocato Sorrento di una richiesta di denaro ammontante, in un primo momento, a 30mila euro, poi lievitata fino a 100mila euro (”pagare moneta, vedere cammello”), per mitigare in favore del predetto imprenditore il contenuto della relazione presentata dal citato curatore ai sensi dell’ art. 33 della Legge Fallimentare.
I fatti oggetto delle imputazioni, come evidenziato in più passaggi dell’ordinanza cautelare oggi eseguita, hanno poi trovato significativi riscontri probatori negli ulteriori accertamenti eseguiti dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno, nel corso delle indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica.
Sulla base della confermata ipotesi accusatoria originaria, sostenuta da una rilevante mole di elementi e dalle dichiarazioni rese dagli imprenditori, il G.I.P. ha ritenuto- con riferimento al delitto di tentata concussione – la sussistenza di un consistente quadro indiziario a carico del curatore fallimentare, quale Pubblico Ufficiale, e dagli altri due soggetti con lui concorrenti, tutti raggiunti da gravi indizi di colpevolezza in un quadro di pressanti ed attuali esigenze cautelari, ritenute tali da giustificare l’adozione delle misure caute lari oggi eseguite, anche in considerazione della spregiudicatezza mostrata dai tre citati professionisti nell’ asservire ai propri interessi il delicato compito rappresentato dallo svolgimento – da parte di uno di essi – delle funzioni di curatore fallimentare, attraverso la richiesta di dazioni di denaro accompagnata dall’esplicita prospettazione – in caso di diniego – di conseguenze gravemente pregiudizievoli.
Analoghe responsabilità sono emerse a carico di altri soggetti – tra cui anche un commercialista salernitano -nei riguardi dei quali, tuttavia, il G .I. P. allo stato non ha disposto alcuna misura cautelare e per le cui posizioni sono attualmente in corso accertamenti. L’eseguita attività testimonia il costante impegno profuso da questa Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza a tutela non solo dei cittadini ma anche degli imprenditori già versanti in situazioni di grave difficoltà in ragione dell’attuale situazione economica, affinché gli stessi possano sempre riscontrare efficacia, efficienza e trasparenza nell’operato della Pubblica Amministrazione.