Mentre il fronte del no al «sistema De Luca» si allarga, incassando consensi da Ernesto Galli Della Loggia e Aldo Schiavone, i firmatari della lettera a Letta, nata su iniziativa del gruppo Deep –democrazia e partecipazione di Salerno, si preparano a portare in tournée il loro manifesto. E a farsi promotori «di una legge contro il terzo mandato, che ribadisca la volontà del legislatore nazionale.
Sarà una legge di iniziativa popolare, oppure ci rivolgeremo ai partiti», anticipa Isaia Sales a margine del forum organizzato presso la sede della redazione di Salernosera condotto da Massimiliano Amato. La stesura del testo è affidata al costituzionalista Massimo Villani e se ne discuterà il 23 marzo a Napoli, nell’Antisala dei baroni del Maschio Angioino. L’obiettivo è quello di tenere lontano De Luca da Palazzo Santa Lucia, «in caso contrario sarebbe una ferita non rimarginabile», ammette Bernardino Tuccillo, ex assessore comunale. «Con questa lettera inizia la
fine di De Luca e del suo clan – dice Sales – L’immediata risposta del segretario del Pd ha un significato ben preciso. Nella mia carriera ho provato più volte a sollecitare e questa è la prima volta che qualcuno risponde. Letta si è
dimostrato molto più democratico e progressista di Zingaretti, che si è fatto invece schiacciare
dalla lobby dei governatori”.
Intanto da Roma è arrivata su un altro fronte una richiesta perentoria: dimissioni di Leo Annunziata e nuovo segretario regionale Pd votato dall’assemblea o scatta il commissariamento. Il folto gruppo deluchiano non può permettersi e, quindi, ha ragionato su una soluzione: Stefano Graziano, ex parlamentare e attuale consulente di De Luca. Un nome, ipotizza il gruppo del governatore, che potrebbe andare bene anche a Letta: perché era il suo referente in Campania prima dell’avvento di Renzi (e nel 2013 viene nominato consigliere per l’attuazione del programma del suo governo) e, dall’attuale segretario nazionale, è stato riconfermato commissario del Pd in Calabria sino al congresso di gennaio. Prima cosa bisogna capire a Roma cosa ne pensa il gruppo di Orlando e Franceschini su un altro segretario assai vicino a De Luca mentre a Napoli, invece, non sarà facile farlo digerire ai 240 e passa delegati regionali che dovrebbero votarlo. Non solo a quel 25 per cento che fa capo a Del Basso De Caro ma anche al 20 che fa riferimento al casertano Gennaro Oliviero, attuale presidente del consiglio regionale.