“In Campania c’è un contenzioso importante in tema di ricorsi per le interdittive antimafia. La camorra sul tema di appalti e subappalti sembra più invasiva delle altre associazioni criminali di stampo mafioso. Dove entra una impresa legata alla criminalità organizzata, si crea una forma di assenza del sistema concorrenziale ed è chiaro che il conflitto non può che affiorare in ambito giurisdizionale”. Non ha dubbi il Vincenzo Salamone, 66 anni, originario di Dronero (Cuneo) e nuovo presidente del Tar della Campania – fino a dicembre al capo del Tar del Piemonte – che oggi ha inaugurato l’anno giudiziario del tribunale amministrativo napoletano.
Nel 2021 i ricorsi depositati per l’accesso alla documentazione sono quasi raddoppiati, passando dai 169 del 2020 ai 295 del 2021. Quelli relativi alle interdittive antimafia sono 96. Nel complesso i ricorsi dello scorso anno al Tar Campania sono stati 5.644, 364 in più del 2020, quando erano 5.280. Il grosso dei contenziosi riguarda l’abusivismo edilizio: sono 1.256 i ricorsi per edilizia ed urbanistica.
In primo luogo la Sanità, ma anche le misure antimafia, come detto, l’abusivismo edilizio e i servizi pubblici, nonché le concessioni demaniali e i giudizi di ottemperanza. Il contenzioso per le interdittive antimafia è significativo. Si tratta di una normativa fortemente avversata, perché l’interdittiva in molti casi vuol dire la morte dell’impresa. La camorra, oggi, si configura come un vero e proprio sistema di imprese finalizzate all’accumulazione di risorse economiche. La peculiarità risiede nel fatto che opera contemporaneamente su due mercati: quello criminale e quello legale senza tenerli fra loro separati ma, anzi, favorendo tra i due una costante circolazione dei flussi finanziari.
Fermo restando il perseguimento dell’obiettivo prioritario del contrasto all’infiltrazione criminale, gli istituti antimafia sono volti a favorire un bilanciamento tra la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e il rispetto di preminenti diritti come la libertà di iniziativa economica. Ci sono gli strumenti delle misure di prevenzione, il controllo giudiziario, le misure affidate ai Prefetti. Il loro bilanciamento è molto delicato, anche perché spesso queste imprese gestiscono servizi pubblici.