Numeri e carte alla mano, i più lontani dal target percentuale sono Sviluppo economico (25) e Turismo (29) Emerge dal report del Mattino “Prima relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente”
Il tema, ovviamente, non è assegnare “come che sia” risorse al Mezzogiorno ma fare sì che le amministrazioni locali deboli siano accompagnate nella definizione dei progetti oppure che ci sia un intervento sostitutivo da
parte delle amministrazioni centrali. Ma anche taluni ministeri appaiono pigri quanto al rispetto dell’impegno del 40%. In sette sono sotto la soglia di legge per l’insieme delle linee d’azione, con un taglio complessivo di oltre 5
miliardi di euro rispetto al risultato se nessuna iniziativa fosse sotto la soglia di legge. Anche i ministeri in linea con l’obiettivo generale hanno alcune falle. Ed sempio la Salute (40,6% complessivo) si ferma al 27,6% nello
«Sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema
sanitario»; mentre per le Infrastrutture (48,4% complessivo) c’è il dato negativo delle flotte di bus con il Sud al 28%. Sono due i ministeri lontanissimi dall’obiettivo del 40%: Sviluppo economico e Turismo. Entrambi
sono molto sotto persino del 34% pari alla quota di popolazione meridionale, per cui in pratica investono per allargare il divario Nord-Sud. Importi di rilievo mancano all’appello anche per la Transizione
ecologica del tecnico Roberto Cingolani e per il Lavoro del Pd Andrea Orlando; ma il report, ovviamente. Il ministero dello Sviluppo economico si ferma al 24,8% soprattutto a causa dei bandi di Transizione
4.0, relativi al credito d’imposta, nati prima del Pnrr ma attivi fino al 31 dicembre 2022 e quindi privi ancora oggi di qualsiasi orientamento territoriale, per cui le imprese del Sud pescano poco.