E’ stato siglato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal sindaco Gaetano Manfredi, il ‘Patto per Napoli’, l’ accordo tra il Governo e il Comune di Napoli grazie al quale, in base a quanto stabilito nell’ultima Finanziaria per aiutare i Comuni capoluogo delle Città metropolitane in gravi difficoltà economiche, lo Stato verserà nelle casse comunali circa 1 miliardo e 300 milioni di euro spalmati in 20 anni.
Il presidente del Consiglio è arrivato alle 11 con il sottosegretario Garofoli al Maschio Angioino, ad attenderlo oltre al sindaco, il governatore Vincenzo De Luca e il prefetto Claudio Palomba. Il premier, all’ingresso della sala dei Baroni, è stato accolto da un lungo applauso.
Il saluto del sindaco. «Grazie presidente per essere qui a Napoli – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – in questa sala abbiamo voluto riunire tutta la classe dirigente della città per un momento così importante. A Napoli abbiamo il più alto debito pro capite d’Italia e grandi carenze in molti settori. Conseguenza di tutto ciò si riverbera nella scarsa capacità di gestire servizi essenziali. I giovani lasciano Napoli per migliori occasioni di lavoro e di vita, fenomeno che rischia di minare un futuro che noi contrasteremo con tutte le forze. Vogliamo cogliere questa sfida, aumentando la capacità di attrazione degli investimenti, di capitale umano e infrastrutturale. Deve essere un Patto che incarni lo spirito europeo del Pnrr. Con un percorso che è condiviso da tutti i livelli istituzionali, a cominciare dalla Regione Campania».
La nuova fase. «Comincia oggi la fase difficile, sono contento della firma ma avverto anche la responsabilità per le aspettative dei napoletani – ha detto il sindaco – l’arrivo del presidente Draghi è un segnale importante. Punteremo su riorganizzazione amministrativa, assunzione di personale giovane e competente, investimenti in opere e servizi: sono le priorità sulle quali muoversi. Penseremo ai tanti fragili e alle persone deboli che hanno bisogno di aiuto. Dai napoletani ci aspettiamo una maggiore fedeltà fiscale, ordine e grande responsabilità».
Gli interventi. Napoli è la prima delle città italiane che firma il Patto con il governo. Ed è anche quella che vuole partire subito con gli interventi. «Ci saranno interventi immediati su trasporti, manutenzione ordinaria, igiene urbana e cura del verde – insiste Manfredi – poi ci occuperemo anche della gestione della riscossione coattiva delle tasse che sarà affidata con un bando internazionale». La visita di Draghi è un segnale di grande attenzione per la città ma anche verso il sindaco Manfredi, ex ministro dell’Università del governo Conte 2.
L’intervento di Draghi. La questione meridionale e la centralità di Napoli
«Sono felice di essere in un luogo simbolico per la città – ha detto Draghi – in una sala dove sedevano i re angioini. Qui è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. Che ha portato Napoli ad essere punto di riferimento in Italia e nel mondo. Destiniamo al Comune di Napoli un miliardo e 231 milioni di euro, leghiamo questi fondi al conseguimento di alcuni obiettivi: è una svolta ed è in linea con i criteri del Pnrr. Dobbiamo ammettere l’esistenza di una questione meridionale, ma evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla, invece, con determinazione, umiltà e collaborazione. L’Italia ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano motore per tutto il Paese. L’agroalimentare, la moda, il turismo, ma anche l’aerospazio, il comparto dell’automobile, il digitale. il polo universitario di San Giovanni a Teduccio: dobbiamo puntare sulle tante eccellenze di questa città: E Napoli sa dare il meglio quando si apre al mondo».
Non sprecare questa grande occasione. «La nostra sfida è permettere a Napoli, e con la città tutto il Mezzogiorno, di mantenere la centralità che merita – ha aggiunto Draghi – ed è una sfida che deve unirci tutti: Governo , enti territoriali e società civile. Investiamo sul trasporto pubblico locale, per ridurre il traffico e migliorare la qualità dell’aria. Solo il 10% dei cittadini meridionali usa il trasporto pubblico. E a Napoli investiamo sulla metropolitana, sulla rete tranviaria, sugli autobus. Sperimentiamo una nuova concezione di mobilità urbana, basata sulla sostenibilità e sulle tecnologie digitali. Il Pnrr destina circa il 40% delle sue risorse al Sud. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio. Per far ripartire il processo di convergenza, fermo da quasi 50 anni, dobbiamo superare quegli ostacoli, finanziari, istituzionali, culturali, che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni. Ma il Pnrr richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa. Il piano va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri, a molti fondi europei».
I fondi. I fondi, per un totale di 1,23 miliardi a fondo perduto, saranno versati in tranche il 31 marzo di ogni anno. Della somma totale, 500 milioni saranno versati nei primi cinque anni, cioè durante il mandato da sindaco di Manfredi. «Nei primi 5-6 anni o si vince o si perde la battaglia», ha commentato l’assessore Pier Paolo Baretta, ex sottosegretario al Mef che Manfredi ha voluto al suo fianco come negoziatore del Patto. Impresa, a quanto pare finora, riuscita.
Ora tocca a Torino, Palermo e Reggio Calabria «La sottoscrizione dl patto per Napoli è un momento di svolta nelle relazioni finanziarie tra Stato e gli enti locali – ha detto il sottosegretario Roberto Garofoli – e la logica del Patto non è dissimile da quella del Pnrr. A breve anche Torino, Palermo e Reggio Calabria sottoscriveranno un accordo analogo. Il Patto è concepito per responsabilizzare più degli altri strumenti il Comune nel perseguire obiettivi di risanamento ma anche una corretta e tempestiva realizzazione degli investimenti necessari per la crescita e per affrontare i nodi irrisolti».