
Con Peppe non ci siamo mai presi, questione di caratteri, entrambi poco sopportabili e per tal motivo in contrasto a volte (non sempre ma spesso e apertamente). C’era rivalità e sana rivalità in anni ormai lontani. Ma mi sono ispirato a lui e a nessun altro quando ho cominciato a scrivere di calcio nostrano. Mi piaceva il suo gusto di andare a scovare la notizia usando qualsiasi canale. Mi piaceva come raccontava la partita e il modo di tessere rapporti belli con gli amici – dalla buonanima di Carlo Vitiello al cumpariello Sandrino Erra – ma pure di dichiararsi ai nemici. Mi piaceva come prendeva a cuore le cause, vinte o perse che fossero: difese alla grande, ricordo quando lo fece per Ezio Volpi, un allenatore gentiluomo della Nocerina arrivato ad un passo dall’esonero (poi vinse il campionato). Mando a Clelia Ruotolo e ai figli un abbraccio totale e pieno di affetto. Clelia per anni ha portato avanti un’idea di Peppe, anche in tempi come questi, caratterizzati dal poco peso che ormai ha la carta da giornale: un’agenzia, mettersi in proprio e non dipendere da alcuna testata da corrispondente, fornendo invece ai giornali servizi completi e ben fatti (da lì hanno mosso passi importanti Marco Santopaolo, Filippo Zenna, Mimmo Fabbricatore, Andrea Buonaiuto e tanti altri). Peppe, oggi andato via a 61 anni, è stato splendido nelle esperienze a Radio Trasmissioni Sud, Canale 6 (straordinario il salotto del lunedì con Generoso Coraggio e Carmine Vicidomini), TeleAgro, Telenuova, il Roma, La Città, il Mattino. Ma è stato anche un ligio e serio impiegato al comune di Nocera Superiore. A me piace riviverlo per un istante che resterà per sempre, in un 1993 col cuore in gola fino a Nocerina-Grotta al San Paolo, fino all’urlo liberatorio per il gol di Sauro Magni, Lui, che all’epoca insegnava il mestiere ai giovanissimi Nicola D’Angelo ed Emiddio Esposito, quell’anno non fu semplice giornalista o tifoso: fu in parte protagonista. (m.m.)