Dal Pd s’è sentito tradito: prima la clamorosa bocciatura per un nuovo mandato da consigliere provinciale, poi il no alle sue velleità di essere il candidato da presentare al tavolo del centro-sinistra. De Nicola, tradizione democristiana di famiglia poi diventata nella seconda repubblica tradizione moderata o centrista, cambia ancora bandiera: ha scelto, stavolta, di appoggiare la candidatura a sindaco del professore universitario Giovanni D’Alessandro (appoggiato già da Liberal-Democratici, Futurama e Partito della Famiglia oltre che da assessori uscenti torquatiani come Franza e Campitelli, col figlio d’arte Raffaele Guerritore padrino politico del raggruppamento assieme a Memoli e a Marrazzo). Lo farà quasi certamente da grande elettore, senza candidarsi ma in grado di portare in dote parecchie preferenze.
I cambiamenti di posizione di De Nicola nel corso del quinquennio amministrativo che volge al termine sono stati notevoli ma gli hanno sempre garantito la presidenza del consiglio comunale e per qualche anno anche il seggio da consigliere provinciale: eletto tra le fila del Partito Socialista, passo subito dopo in Campania Libera con Eosati e la Citarella per poi approdare al Pd con la consigliera Citarella ma soprattutto in compagnia di Salvatore Arena e del gruppo di consenso definito appunto “areniano”. Oggi c’è la rottura tra De Nicola e Arena, evento da definire quasi storico, visto che lo stesso Arena è saldamente rimasto nel Pd, con la carica di coordinatore cittadino e col figlio Giuseppe candidato a consigliere comunale. Intanto c’è da considerare che l’elenco lungo di assessori e consiglieri comunali di maggioranza si presenterà più che frantumato alle elezioni di giugno, in almeno tre coalizioni diverse e in un mix da giravolta.