L’ Articolo 21 della Costituzione italiana così recita:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
- Ciò è strettamente legato alla libertà di pensiero e di espressione di ogni singolo individuo, naturalmente in una società di tipo non dittatoriale. Quando un giornalista esprime giudizi e si fa portavoce di una qualsivoglia volontà popolare compie il proprio lavoro, anzi assolve al diktat morale di kantiana memoria che è dentro di sé. L’informazione diventa vox populi ed assume anche valore sociale e non solo informativo e divulgativo e non può in alcun modo essere sbeffeggiata e sminuita.
Gramsci sosteneva che dire la verità è azione rivoluzionaria, ebbene soprattutto con una penna libera si compie un atto davvero rivoluzionario: senza un padrone, si è liberi di mettere per iscritto le proprie scoperte, i pensieri, un evento degno di nota, un’ingiustizia.
Un buon giornalista, infine, prende tutto in considerazione ma sa dare il giusto peso alle critiche, non lasciandosi in alcun modo condizionare.
Lunga vita ai giornalisti veri, merce sempre più rara!
Annalisa Capaldo