Carissimi,
raccogliamo dal giardino di Pasqua, dalla Parola di Dio, un augurio che possa raggiungere ogni uomo e ogni donna che vive e combatte in questa terra dell’Agro.
possa raggiungere tutte le famiglie, i giovani, i ragazzi, i bambini, gli anziani. In modo particolare un pensiero agli ammalati, a chi vive momenti di difficoltà.
C’è la bella tradizione che a Pasqua vengano regalate le uova, segno della vita, della vita che rinasce. L’uovo aperto è anche il segno del sepolcro vuoto dove il Signore ha riposato, ha dato un significato profondo alla morte, ma il Padre lo ha risorto.
Qual è la sorpresa che vorrei raccogliere per me, per la terra dell’Agro, per la mia Chiesa in questo giorno di Pasqua. Vorrei che ognuno di noi raccogliesse il filo sottile della fede. abbiamo bisogno di riprendere il grande tema della fede, la fede innanzitutto nella Pasqua del Signore. La fede dinanzi alla morte, dinanzi alla sofferenza, dinanzi ad ogni guerra perché le guerre sono tante.
A volte potremmo scoraggiarci. Tanti si sono bloccati, si sono fermati, hanno vissuto il dramma della pandemia, vivono in modo quasi angosciante quanto sta succedendo nel mondo. Dove raccogliamo il filo della speranza, il filo della fede?
Ecco, lo raccogliamo dalle mani del Cristo Risorto il quale con le sue piaghe ripete ad ognuno di noi “Non temete, non abbiate paura”. Abbiamo bisogno della fede vera, la fede della Chiesa, la fede semplice, la fede che ci dà uno sguardo nuovo. Uno sguardo capace di andare oltre le immondizie, oltre le difficoltà, oltre le divisioni.
Certamente dobbiamo essere molto attenti: se neanche la Croce di Cristo ha il potere di radunare i diversi, di raccogliere i figli dispersi, allora forse il fondo dell’umanità non l’abbiamo toccato con la Shoah ma forse lo stiamo toccando in questi giorni.
E noi siamo protagonisti distratti o quasi intorno a queste realtà e dobbiamo avere il coraggio di guardare fino in fondo e di raccogliere dalle mani del Cristo Risorto la fede vera, fede nell’uomo, fede nel Risorto, fede nelle cose che servono, per andare avanti e per ricucire le tante sfilacciature delle nostre città, delle nostre famiglie, delle nostre comunità.
Non abbiamo bisogno di chiasso, abbiamo bisogno del silenzio assordante del Signore Risorto.
Buona Pasqua!
+ Giuseppe Giudice, vescovo