L’editoriale del direttore Agostino Ingenito.
Il rischio di embargo del gas russo sta mettendo in allerta il nostro Paese alla disperata ricerca di gas sostitutivo. Il decreto del governo Draghi, varato ieri, va nella direzione di riaprire molte centrali a carbone e apre un dibattito nazionale su inceneritori e centrali biogas. Queste strutture possono garantire energia utile per diversi territori che rischiano seriamente il razionamento in vista del prossimo autunno ed inverno. E nell’Agro non ci sono inceneritori ne centrali geotermiche ma seppur con polemiche, inchieste e scontri con comitati ambientalisti fu realizzata alcuni anni fa una Centrale di Biogas . L’impianto è stato messo di nuovo all’asta per innovazione importo ribassato di un milione e centodiciottomila euro. Per l’Eni come per l’Enel sarebbe davvero poca cosa acquisire quell’impianto a Foce che, con l’apporto di moderne applicazioni di filtri e tecnologia ambientale potrebbe ridurre ulteriormente l’impatto ambientale che viene denunciato da ambientalisti e dallo stesso ente comunale pure intervenuto nell’annosa questione. Come scrive il collega Danilo Ruggiero ci sarà un nuovo tentativo di vendita con procedura comparativa per la centrale di biogas di via Muro d’Arce nella località di Foce. Si tratta del terzo tentativo di vendita dell’impianto a biogas da digestione anaerobica, messo all’asta dopo il fallimento della ditta proprietaria. La convocazione è per il prossimo 7 giugno presso il Tribunale di Nocera Inferiore ed innanzi al giudice delegato Bianca Manuela Longo. Come scrive il collega : “La mancata cessione dello stabilimento per la produzione dell’energia elettrica da 999 kilowatt nelle precedenti sedute di vendita, ha fatto diminuire ancora il prezzo minimo di vendita del bene. Adesso sarà sufficiente un’offerta minima di 1 milione e 118mila euro per rilevarlo, a fronte di un prezzo iniziale di 2 milioni e 100mila e di un prezzo vendita “suggerito”, nella consulenza tecnica estimativa, di 2 milione e 400 mila euro”. Attualmente l’impianto è concesso in affitto dalla curatela fallimentare del Tribunale di Nocera Inferiore alla società Alca Eco Ambiente al prezzo di 220 mila euro all’anno. La Curatela fallimentare ha la facoltà di recedere dal contratto senza preavviso, una modalità c check consentirebbe agli operatori economici interessati di partecipare alla procedura concorsuale che potranno presentare l’apposita offerta in busta sigillata versando un cauzione del dieci per cento. Forse i sindaci dell’Agro dovrebbero fare una valutazione seria tenuto conto anche delle tante aziende energivore del territorio che garantiscano occupazione per centinaia di lavoratori soprattutto nelle aree industriali. Occorre che si faccia una concreta valutazione, la stagione estiva passerà in fretta e il rischio di default energetico è dietro l’angolo se come appare si va verso l’embargo del gas russo e le ridotte forniture dagli altri Stati.