Non è stata una mattinata semplicissima per l’ingegnere Guido Francesco Marino, che in rappresentanza della perugina Tps, con due anni di ritardo causa pandemia, ha consegnato all’amministrazione, e soprattutto alla città, il nuovo piano urbano di mobilità sostenibile. Accompagnato dagli interventi del sindaco Torquato e dell’assessore Prisco, l’ingegnere ha mostrato di conoscere alla perfezione la città. Alla fine però si è imbattuto in qualcosa di preventivabile fino a un certo punto: quando c’è stato spazio per le osservazioni orali, qualcuno degli “osservanti” ha dato vita ad un vero e proprio comizio, togliendo spazio ed altri cittadini e provocando il sindaco, che ha verbalmente reagito, dall’inizio alla fine dell’intervento. Altre interlocuzioni sono state meno tempestose, ma viziate ab origine da candidature certe alle elezioni dietro l’angolo.
In realtà associazioni, portatori di interessi legittimi e cittadini avranno 60 giorni per poter formulare osservazioni e proposte tramite Pec. L’approvazione, quindi, spetterà al consiglio comunale post elezioni. Già in fase di ascolto propedeutico, sono state sollevate un centinaio di osservazioni ed almeno una trentina di persone hanno avuto spazio al tavolo tecnico. Nel piano del traffico non ci sono soltanto nuovi sensi unici, rotatorie e parcheggi ma anche priorità come qualità dell’aria, sicurezza stradale e sostenibilità socio-economica. Le rotatorie però hanno spazio rilevante, partendo da quella che sarà costruita all’uscita dell’autostrada A3, comprensiva di un parcheggio da circa 200 posti. Previste in totale 18 rotatorie alle pochissime di oggi. Strade nuove ? La conformazione ad alta densità edilizia della città consente poco: tronchi stradali tra via San Pietro e via Napoli, la strada per arrivare al tribunale sfruttando il binario ferroviario dismesso, una galleria che consentirà alla Regione di collegare i poli industriali cittadini (Fosso Imperatore e Casarzano), l’allargamento nel tempo ma non nello spazio della Ztl via Barbarulo-Corso Garibaldi, una zona ciclabile destinata ad occupare una corsia del tratto via Napoli-Via Rea e un tratto dell’asse via Gabola-via Atzori. Il tratto ciclabile, non una vera e propria pista ciclabile (secondo Marino a Nocera Inferiore non vi sono attualmente le condizioni per andare oltre), dovrà essere riconoscibilissimo (dimensioni di marciapiedi e spazi attigui) e viaggiare ad un limite di velocità di 30 km. Interessante qualche altro dato emerso: quasi il 55 per cento della mobilità nocerina è “pedonata” (grazie alla dimensione della città di 20 km quadri). Per quel che riguarda la ciclabilità, si viaggia su meno del 2 per cento, cioè con una percentuale in linea coi decenni scorsi ma appesantita dall’aumento dell’incidentabilità.