ELISABETTA FRANCHI ha detto quello che è sotto gli occhi di tutti: le donne vengono escluse dal mondo del lavoro in età da figli. Ha anche aggiunto un particolare ancora più aberrante e cioè che è propensa ad assumerle dopo i quarant’anni perché sono disponibili ‘h24’.
È talmente tragicamente vero quello che ha detto, che non c’è bisogno di osservare quanto la società sia ancora arretrata sulla parità di genere. Penso invece sia opportuno notare quanto sia ancora arretrata la classe imprenditoriale nel nostro paese. Una persona alla guida di un’importante azienda che sceglie le persone in base al sesso, alla disponibilità h24 e non in base alle capacità, alla creatività, al valore è una brava faccendiera, una diligente affarista. Non è di certo un’imprenditrice. Un bravo imprenditore è abituato a programmare, a scegliere l’equilibrio tra rischi e benefici, a mettere nel ruolo giusto le persone adatte, non burattini né robot, non esecutori né schiavi. Un imprenditore capace non è così stupido da rinunciare a una valida risorsa solo perché sa che si assenterà dal lavoro per quattro mesi a distanza magari di un paio d’anni o più. Un’imprenditrice affermata sa che l’impresa – piccola o grande che sia – è cambiamento, è sapere stare al passo coi tempi e il punto di vista di una mamma e anche di un papà che vede cambiare la sua vita, che affronta egli stesso il cambiamento è in grado di apportare un prezioso contributo alla crescita strutturale dell’azienda.Il mondo del lavoro va rifondato dal profondo. Chi ci governa cosa fa per cotrastare questa situazione? Sì continuano a elargire bonus vari al posto di servizi. Senza servizi una società non si emancipa.