IL MOOD FORMATIVO DELLA SCUOLA DEL POST PANDEMIA : I SOCIAL NETWORK COME TEACHING TOOLS E LA DIVULGAZIONE CULTURALE SUL TERRITORIO. Questo il titolo del quarto workshop del progetto “Positano.. oltre la Pandemia” promosso da Giuseppe Guida, Sindaco di Positano, e dall’Amministrazione Comunale, diretto ad incentivare la ripresa di Positano post Pandemia, attraverso strumenti idonei che restituiscano fiducia ai cittadini ed agli operatori e diano degli input concreti alla rinascita socio-economica del paese.
L’incontro, moderato dalla giornalista Maridì Vicedomini, si è svolto lo scorso 3 maggio presso il Blu Bar (Spiaggia Grande, Positano) e ha visto il coinvolgimento di tanti docenti del comprensivo statale Lucantonio Porzio di Positano, autorevolmente rappresentato dalla Ds. Professoressa Stefania Astarita. Relatori: Adele Vairo, D.S. Liceo Manzoni di Caserta, Vice Presidente ANP (Associazione Nazionale Presidi) per la Regione Campania; Rosaria De Cicco, Actor Coach. Sono intervenuti il Sindaco di Positano e l’imprenditrice e attrice Ester Gatta.
Ad aprire il simposio il Sindaco Guida che ha così riferito: “Quello di questa sera è un tema fondamentale attraverso il quale cercheremo di dare delle risposte in merito a quella che sarà “La scuola che verrà”. La primavera del 2020 con il lock down, l’esperienza dell’isolamento, del distanziamento sociale, e l’introduzione della DAD ha investito la scuola cambiandola in modo irreversibile. C’è da chiedersi a questo punto con la fine dello stato di emergenza quale sia la normalità in questa scuola post Covid. Durante la pandemia la scommessa più difficile è stata quella di mantenere in piedi un sistema scolastico fondato su un rapporto tra docenti e studenti nonostante avvenisse tutto da remoto. Il rapporto a distanza è stato comunque considerato di grande utilità perché ci ha consentito di andare avanti con la didattica , non potendo fare diversamente, ma a questo punto è opportuno chiedersi se sia stato un esperimento riuscito, ed anche e soprattutto se tornare alla normalità significa ritornare a quella che era la scuola della tradizione che tutti noi ricordiamo“. “Da questo evento nefasto quale la pandemia – ha continuato il Sindaco Guida – si sono giocoforza create nuove opportunità di didattica che possono essere integrate al nostro sistema scolastico canonico, raggiungendo un modello di eccellenza , mai dimenticando che i ragazzi sono la risorsa umana più importante della società ed è a loro che va riconosciuta la massima attenzione“.
Dal canto suo la DS Adele Vairo si è così espressa: ”Bisogna essere di aiuto e di sostegno agli alunni che escono fuori da un momento di grandissima crisi causato da questo stop forzato dei ritmi di vita ordinari. E’ d’obbligo porci due domande: la DAD è un esperimento riuscito? La scuola di oggi può essere un modello ancora tradizionale o contaminato? La didattica a distanza è l’arricchimento della scuola come struttura e come sistema e di conseguenza in se costituisce un esperimento riuscito. Il mondo della scuola ha dovuto cambiare pelle nello spazio di un mattino ed il modello scolastico italiano tradizionalmente burocratico e basato sull’ insegnamento con apprendimento frontale si è dovuto rivoluzionare. Abbiamo dovuto imparare a gestire la risorsa tecnologica, la strumentalità multimediale e il mondo dei social. Queste introduzioni hanno rivoluzionato la scuola senza nessuna possibilità di ritorno a quello che era il sistema precedente. La scommessa di oggi è ritornare a un assetto di vita ordinario con un sistema arricchito. La tecnologia è ricchezza, struttura, ed è un modus nuovo e comunicativo per intercettare i bisogni dei giovani e avvicinarsi al loro mondo. Oggi c’è un grande investimento della scuola anche sulla frontiera psicologica. L’idea di avere un supporto psicologico e un counselor in ogni scuola sarebbe fondamentale. L’esperienza da remoto ha dato la possibilità di accostare mondi apparentemente lontani alla realtà anche utilizzando i social network che garantiscono più contatti quotidiani, ovviamente nei limiti. Bisogna decriptare le distanze, le esigenze, e saper utilizzare le risorse e gli strumenti che oggi la scuola mette a disposizione come i laboratori o i mezzi audiovisivi. Un mondo che del virtuale può fare non solo necessità ma anche virtù, in quanto produce arricchimento reciproco del docente e dell’alunno e la possibilità di ampliare le frontiere della conoscenza; parlare di progettualità audiovisiva in una scuola significa parlare di una Didattica di serie A”.
Sul tema della scuola e della didattica a distanza nel comparto dello spettacolo è poi intervenuta l’attrice Rosaria De Cicco che ha raccontato la sua esperienza di docente, riferendo testualmente: ”Il corretto funzionamento della scuola e della sanità dimostrano quanto sia civile un Paese. In Italia abbiamo ancora tanto da fare e da investire in questi settori! Con la pandemia ci siamo evoluti tecnologicamente , abbiamo preso al volo l’opportunità del digitale e l’abbiamo fatta diventare un sistema. Nel 1996 mi sono trovata a diventare il primo Actor Coach in Italia per la fiction TV “Un posto al sole”, ovvero allenavo gli attori sul set. Ora per il secondo anno sarò il coach per la fiction TV “Mare fuori”. Nel mio settore la DAD è stata formativa, abbiamo capito che si poteva fare. Tuttavia gli attori vivono di espressività, gestualità, emozioni; di conseguenza le lezioni e i seminari sarebbe meglio tenerli in presenza. Anche nel nostro campo c’è bisogno di capire quanto sia importante l’insegnamento dal vivo ed in quali casi si possa arricchire con una didattica a distanza. La scuola è importante per formare persone di valore; investire nella scuola per il processo tecnologico è una tappa fondamentale. L’Italia deve puntare sulla cultura e la scuola deve essere uno dei nostri obiettivi fondamentali”.
È poi intervenuta Ester Gatta, che reduce dalla sua esperienza recitativa di “maestra” in “Troppo Napoletano, versione teatrale”, ha detto: ” Mai avrei immaginato che la mia esperienza biennale sul palcoscenico in “Troppo napoletano” nel ruolo di docente di un bambino terribile, l’avrei rivissuta dopo qualche anno nella realtà, tra le pareti domestiche seguendo nella didattica a distanza mio figlio di 11 anni che non stava seduto sulla sedia nemmeno due minuti. Per mesi interi, durante tutta la pandemia, ho seguito i miei figli nella DAD ed è stata sicuramente un’esperienza destabilizzante ma tuttavia formativa. I nostri ragazzi dalla DAD hanno subito molti disagi, ma ne sono usciti più forti di prima, con maggiore senso del dovere; oggi sicuramente preferiscono stare a scuola in presenza con i loro coetanei ed i loro professori piuttosto che a casa”.
Presente all’incontro anche la DS dell’Istituto Comprensivo statale Porzio di Positano Stefania Astarita, che ha detto: “La tecnologia ha cambiato la scuola e rappresenta oggi un’opportunità, ma soprattutto uno strumento in più. È vero tuttavia che a seconda dell’ordine di scuola la percezione di questa DAD è stata diversa. Se penso alla scuola dell’infanzia, ad esempio, un bambino impara solo se sta con gli altri bambini, quindi lì la tecnologia non ha dato una risposta positiva. Anche nei primi anni della primaria l’alunno ha bisogno della funzione di accompagnamento del docente, che è fondamentale e che nessuna tecnologia può sostituire. Lì la DAD non è arrivata. Per la scuola del primo ciclo l’onda del Covid è stata traumatica. In questo settore la DAD è stata una didattica di emergenze e non ha assolutamente potuto sostituire la funzione fondamentale del docente. Quindi dico sì alla tecnologia, ma non per tutti i segmenti scolastici in quanto non sempre sostenibile”. Ha poi così concluso il Sindaco Guida: “La scuola e la sanità sono il termometro della civiltà di un paese. Investire nella scuola e nella cultura non deve essere considerata solo una voce di spesa. Questo è il presupposto con cui bisogna amministrare un Paese, ed e quello che io e la Giunta stiamo cercando di fare a Positano”.