Come un albero curvato dal vento, mi sento.
Sembra quasi spossato, sul punto di crollare, senza linfa e senza forza, ma ancora vivo.
Così l’animo mio abbattuto da infiniti sbagli e da indicibili mancanze si regge ad un fievole eppur robusto tronco.
Vado ancorandomi a radici mai completamente aride, a speranze non ancora sopite, a sogni gagliardi e tenaci che si ostinano a resistere.
Come un albero curvato dal vento, mi sento.
Così le mie membra provate da mille acciacchi e dure prove si sostengono come quest’albero al terreno duro eppur friabile del suolo.
Vado barcollando dentro meandri spaventosi ed incertezze future, a vortici di paure, di desideri e bisogni d’amore.
Come un albero curvato dal vento, mi sento.
Così il mio spirito infiacchito dalla solitudine e dalla necessità di bastare a se stesso, si riempie di rami e di foglie verdi, tenere, non ancora nate.
Vado lottando contro le intemperie e le tempeste come un albero ormai piegato, deluso e deriso, ma mai ineluttabilmente distrutto, sradicato, finito.
Come un albero curvato dal vento, mi sento.
Annalisa Capaldo