Due consiglieri portati a casa (il rientrante esperto Rosati e il debuttante giovane Sellitto). Faranno compagnia a lei, Tonia Lanzetta, terza piazzata tra i candidati a sindaco, prima piazzata dopo il referendum De Maio-Romano, trasformatosi in plebiscito per De Maio e destinato comunque a restringere lo spazio di consensi per gli altri aspiranti sindaco.
Le prime dichiarazioni post risultati: “Chi vince, ha avuto numericamente ragione ma mi tengo strette le tremila e cinquecento persone oneste che hanno avuto fiducia in me, rappresentano la mia semina. Il tempo del raccolto magari arriverà prima del previsto, in politica ogni giorno è un giorno nuovo, sono contenta della squadra che mi circonda, dei giovani che lavorano sodo al mio fianco, l’impegno per la mia città è anche questo. Oggi mi sento serena e consapevole di aver fatto il massimo assieme alle mie liste e ai miei candidati”.
In consiglio comunale, la Lanzetta, che ha preso 700 voti in più rispetto alle sue liste sarà accompagnata da Giovanni Rosati, stimato medico che rientra nel parlamentino cittadino a distanza di qualche anno, e da Vincenzo Sellitto, prezioso braccio operativo, tra i più giovani in assoluto tra gli eletti. Ha sfiorato l’elezione Massimiliano Petti, rimasto fuori per il margine di distanza aumentato lievemente ma in maniera decisiva tra i voti Romano e quelli Lanzetta. Notevole l’exploit di Rita Pisanzio, 400 consensi, rimasta fuori dal consiglio per il calcolo relativo a voti personali e a voti di lista. Qualche altra candidatura che appariva di spessore ha portato a casa decisamente poco, sintomo di una campagna elettorale difficile e particolare, roba magari percepita in anticipo dalla Lanzetta, che responsabilmente ha deciso di evitare risse e scontri da vana accelerazione nelle ultime due settimane.