Va per la novantina ma rimane ancora acuto osservatore politico, dalla sua postazione giornaliera al Bar Ideale, accompagnata dal “capitano”, il fratello Franco. Parliamo di Mario Stanzione, sindaco socialdemocratico di Nofi a metà anni ottanta del secolo scorso: “Ho incrociato l’altro giorno Paolo De Maio, gli ho chiesto di impegnarsi per la cultura e per lo sport, in particolare per la cultura. Durante i miei anni da sindaco, mi vanto di aver portato a Nocera in convegno concittadini illustri come Rea, Marrazzo e Coccioli. Ma c’è stato anche altro, mi riferisco agli incontri in città con Guido Carli e Giuliano Vassalli, alle indimenticabili stagioni del Teatro Tenda con Albertazzi fiore all’occhiello, ai primi concerti con grandi folle di Bruno Venturini e Antonello Rondi, il settembre dello sport nocerino, le grandi sfide di Patrizio Oliva per la boxe. Ecco, Nocera deve far tesoro del passato per pensare ad un futuro diverso”. Stanzione nel 1985 lasciò il posto da consigliere comunale rieletto ad un giovanissimo Salvatore Arena per motivi personali. Celebre e felice la sua frase d’addio”: Lascio, non voglio che i vizi privati offuschino le pubbliche virtù”.
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