“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!” LUIGI PIRANDELLO (SEI PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE)
C’è chi scrive “I migliori momenti non hanno foto”, salvo poi inondarci su Fb di una serie giornaliera infinita di foto. Deduzione sillogistica: questa gente, allora, di migliori momenti non ne conosce, vista che filma i peggiori in maniera seriale. C’è chi scrive “la politica non si fa sui social”, salvo rompere l’anima con pillole, massime, minime, sponsorizzate, filosofie di pensiero, ringraziamenti evanescenti, eccetera eccetera.
E’ in atto, con l’abuso personale e personalistico dei social, è un vero e proprio processo di auto-distruzione. Passa per la vita ogni giorno, per i rapporti familiari e amicali, persino per quelli sentimentali: tutto si crea e tutto si distrugge, in men che non dica, basta scriverlo. Arriva alla partecipazione politica, del tutto virtuale, quasi mai con proposte, quasi sempre con proteste. Contano solo i voti in democrazia, invece c’è chi preferisce contare i like. Il Parlamento dei “mi piace” è ampio, non ha sbarramenti, gode di collegi ampi.