Potevamo scegliere tante altre foto per sintetizzare la bella mattinata a Nocera Superiore. Abbiamo scelto la lapide che ricorda alla perfezione, con parole incancellabili come il gesto di quella sera di febbraio del 1993, il sacrificio del carabiniere Fortunato Arena, nocerino d’adozione.
La nuova Caserma dei Carabinieri è stata a lui intitolata. La gente normale, presente assieme ad ogni tipo d’autorità, testimonia il feeling esistente tra Carabinieri e Città, una storia che parte dal 1932 col primo insediamento e che arriva ai giorni nostri. Le parole del sindaco Giovanni Cuofano: “Oggi è un giorno di festa per Nocera Superiore e per i Carabinieri. In pochi credevano nella realizzazione in tempi di questa Caserma, sorta su quel che restava del vecchio mattatoio. Ci furono polemiche, ci crearono ostacoli. Ma la nostra fermezza, assieme all’azione coordinata di tutte le parti in gioco, ha ridato alla città un presidio di legalità visibile sul territorio. L’intitolazione ad Arena è un atto dovuto e sentito allo stesso modo, ha pagato con la vita la difesa di ideali e principi. Voglio ricordare anche un altro carabiniere della nostra terra, mi riferisco a Francesco De Angelis, ammalatosi e costretto ad un lungo calvario a causa di quella fu una mirabile missione all’estero”. Le parole del Comandante Provinciale dei Carabinieri Gianluca Trombetti: “Viviamo in una società liquida ma c’è ancora bisogno di una solidità, di una certezza, cioè la presenza fisica sul territorio della nostra Arma, una sicurezza per tutta la cittadinanza. Due anni vivemmo quel che in gergo si dice sfratto, fummo costretti ad andar via da locali appartenenti a privati. Non ci siamo fermati, assicurando con postazioni mobili e con l’ospitalità ricevuta a Nocera Inferiore il controllo del territorio. I numeri dicono che abbiamo fatto il nostro dovere anche in questi anni complicati. Ma c’è altro oltre i numeri, tornare a casa tra l’entusiasmo della cittadinanza ci spinge a lavorare sempre di più e sempre meglio, avendo come stella polare questa città e il bisogno diffuso di legalità”.