La Provincia napoletana dei frati Cappuccini è intenzionata a chiudere la struttura incastonata sulla collina del Parco già da settembre. Alla base della decisione ci sarebbero problemi di natura economico/finanziaria e la crisi vocazionale. La comunità di frati francescani, composti da tre romeni (Padre Luis, Padre Michele e Padre Flaviano), non avrebbe i numeri sufficienti per proseguire nell’esperienza nocerina.Un attestato di stima, fiducia e sostegno che si riscontra nelle oltre 4mila firme raccolte dai volontari dell’associazione “Sant’Andrea… Laudato Si’” e dai componenti della fraternità dell’Ordine francescano secolare per dire no alla chiusura. La spinta ad evitare la chiusura arriva anche dalla Pro Loco di Gino D’Angelo. Possibili soluzioni al di là dell’addio ai cappuccini ? Arciconfraternita ma anche coinvolgimento dell’intera città, magari anche della Curia Vescovile, che in attesa del nuovo parroco a San Bartolomeo Apostolo comunque si giova del contributo dei Cappuccini.
I laici che animano la comunità religiosa: la fraternità dell’Ordine francescano secolare e i soci dell’associazione “Sant’Andrea…Laudato Si’”. In una lettera al padre provinciale, padre Gianluca Savarese, e al suo consiglio hanno scritto: «È davvero triste e scoraggiante, dopo 20 anni circa, ritrovarsi al punto di partenza ovvero al paventato rischio della chiusura del convento di Sant’Andrea di Nocera inferiore. Ci addolora il fatto che ogni qual volta si parli di chiusura di conventi, a prescindere dalle motivazioni, il convento di Sant’Andrea è sempre tra i candidati». Secondo i piani del provinciale, sarebbero destinati a chiudere anche altri conventi.
Invitati dal duca Alfonso Carafa, i cappuccini nel 1563 costruirono il convento su una collina pietrosa che domina la città. Il pio duca Carafa “fece restaurare l’antica cappella dedicata a Sant’Andrea Apostolo e volle che rimanesse incorporata nella chiesa”. Nel tempo ha subito gravi danni a causa di vari terremoti, ma è stato sempre ripreso e ricostruito. All’inizio del secolo scorso è stato casa di noviziato e studentato di filosofia e teologia. Il convento di Nocera fa parte della Provincia Napoletana, assieme a quelli di Apice, Arienzo, Avellino, Benevento, Caserta, Cerreto Sannita, Nola, Piedigrotta, Sant’Eframo, Soccavo, Pozzuoli, Sant’Agnello e Solofra. Secondo le indiscrezioni trapelate, le chiusure riguarderebbero anche due conventi della Provincia Salerno: Baronissi e Salerno città.
Con l’addio dei Cappuccini a Nocera, si tornerebbe allo scenario di qualche decennio (chiesa aperta solo per la celebrazione della domenica mattina con frate che giunge da Nola) o addirittura peggio. Per quel che riguarda la struttura, rimessa a nuovo anche con sforzi di tanti privati del posto, c’è il rischio di sottrazioni e vandalismo. Insomma c’è necessità di intervenire, cristianamente e laicamente allo stesso tempo.