Arriva sempre quel momento nella vita di ognuno in cui si capisce nitidamente che l’unica soluzione è contare su se stessi e non dare troppa importanza al comportamento altrui.
Non solo lo si capisce, ma lo si deve mettere in pratica: in quel momento coloro che si dicevano tuoi amici, che si sarebbero gettati nel fuoco per te ( a chiacchiere ), confessano di amare solo se stessi e si dileguano senza lasciare traccia e senza dare una spiegazione, perché la verità è che non gliene importava nulla prima di noi, figuriamoci poi. Senza uno squallido tornaconto, infatti, questi pseudo amici si diradano come la nebbia di Gaggiano.
Ma non sono solo queste persone che si definivano amici a scomparire: persino un fratello o un genitore possono voltarci le spalle e dimostrare la loro superficialità, in special modo quando nelle loro vite subentrano persone estranee che le suggestionano o influenzano in mille modi, alcuni palesi e altri latenti.
A quel punto ci si sente davvero soli, schiacciati dall’ipocrisia e cresce piano piano un odio difficile da placare: è vero, qualcuno mi dirà, come sempre, che non è tutto marcio, che non fanno tutti schifo e che un barlume di speranza nel prossimo devo continuare a nutrirlo.
E sia! Io non mi precludo la speranza che anche una persona malvagia o un idiota possano migliorare: mi piace dare una seconda o una centesima possibilità agli altri. Sono molto più severa con me stessa, molto meno indulgente!
La pazienza è una dote che non avevo qualche anno fa, come pure la razionalità e la sopportazione, infatti sarei esplosa con più facilità, avrei detto le cose che penso ferendo a morte chi abusivamente occupa un posto che non gli appartiene o proferisce parole che non dovrebbe neppure pensare.
Oggi, invece, mi limito ad ascoltare, contemplare la falsità che mi circonda, la cattiveria che cerca di affossarmi, tollerare frasi, situazioni e comportamenti che in altri tempi mi avrebbero fatto uscire fuori dai gangheri. Eppure a volte mi sento come un vulcano dormiente che prima o poi esploderà e distruggerà tutte le ingiustizie che vedo attorno a me, il sudiciume dilagante e coloro che approfittano della mia maturità e riflessività.
Il giorno in cui il vulcano che è in me si risveglierà, come il Vesuvio, non lascerà scampo a nessuno, anche a tanti chilometri di distanza e la fine delle empietà sarà inesorabile e definitiva.
Altro che il diavolo!
Annalisa Capaldo