Un programma lungo e dettagliato nei titoli ma solo in parte sulle singole misure da attuare, visto che ogni partito presenterà un proprio programma specifico con i temi forti e identitari che lo caratterizzano, sui quali si giocherà la sfida interna per la primazia e per i pesi del prossimo, probabile governo.
Ci sono i nodi cardine che Giorgia Meloni aveva preteso, già nel primo punto che è un messaggio rassicurante al mondo, ai vertici europei, ai mercati: l’Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente. Più Italia in Europa, più Europa nel Mondo, e anche impegnata nel «rispetto degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica» specificamente a sostegno dell’Ucraina. Come c’è l’adesione agli impegni europei ma anche la richiesta di un’unione «più politica» e con al «revisione del Patto di Stabilità».
Garanzie anche sul Pnrr: le riforme richieste verranno portate a termine, ma si opererà per una revisione dello stesso Piano «in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità». Sempre su spinta di FdI, il centrodestra si impegna per una riforma costituzionale che preveda «l’elezione diretta del Presidente della Repubblica», alla quale però si abbina il percorso «da completare» sulle Autonomie (indispensabile per la Lega) come anche il completamento della riforma della giustizia, punto preteso da Forza Italia
Il capitolo del fisco, che tanto fa discutere, punta tutto sulla «riduzione della pressione fiscale», mettendo assieme sia la proposta di FdI ispirata al principio del «chi più assume, meno paga», sia quelle care a Lega e FI della flat tax: si partirà con un’estensione «per le partite IVA fino a 100.000 euro di fatturato» (punto targato Lega, che estende l’aliquota del 15% ma non oltre un importo definito), sia la modulazione preferita da FdI – flat tax su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti – sia il principio generale propugnato da Berlusconi: la prospettiva di «ulteriore ampliamento per famiglie e imprese».
Sul lavoro, si insiste sul taglio del cuneo fiscale, sulla defiscalizzazione per i nuovi assunti e sull’abbassamento dell’Iva per i beni di prima necessità. Si vogliono incentivare i voucher e innalzare i limiti all’uso del contante. Confermata la «sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro». Resta insomma il sostegno a chi non è in grado di lavorare o è in particolare stato di bisogno, ma il meccanismo attuale verrà interamente sostituito, anche se non è ancora specificato in che forma.
Molta parte del programma è dedicata ai temi del sostegno alla natalità, della famiglia, delle giovani coppie, come al tema della sicurezza. Sul punto, passa la proposta della Lega di tornare all’applicazione dei «decreti sicurezza» varati dal Conte 1 con Salvini ministro dell’Interno, sia quella su cui batte da tempo la Meloni del «controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani». Insomma una mediazione tra diverse posizioni che dovrà poi essere tradotta in calcoli in termini di sostenibilità delle singole proposte. Ci sono 40 giorni per discuterne e, si prevede, scontrarsi con gli avversari.