Per fortuna non li vedremo tutti sulla scheda elettorale. Alcuni saranno scartati immediatamente per esser doppioni, moltissimi altri (la maggioranza di essi) non riusciranno a trovare le firme necessarie per presentarsi. Intanto c’è il dato ufficiale: oggi scadeva il tempo per il deposito romano al Viminale dei simboli per le Politiche, ne sono stati presentati ben 101, una carica di fantasia e di colore all’italiana oltre ai poli e ai partiti noti e stranoti.
Alle 16 sono 98 le forze politiche che hanno presentato il simbolo al Viminale per le elezioni politiche 2022. I contrassegni sono 101, perché’Pd. Italia democratica e progressista’ ha presentato un simbolo leggermente diverso per le circoscrizioni estere (la scritta ‘Italia democratica e progressista’ è in corsivo invece che in stampatello). ‘Alleanza Verdi Sinistra’ ha inoltre presentato simboli in lingua tedesca e slovena per le circoscrizioni di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Nel 2018 i simboli depositati furono 103.
La stragrande maggioranza di loro dovrà raccogliere le firme per essere sulle schede elettorali. Le liste andranno presentate nelle varie Corti d’Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto. Le grandi coalizioni sono soltanto due: centrodestra e centrosinistra. Terzo polo e M5s si cimentano con un unico simbolo e senza alcun alleato.
Il centrodestra corre in Italia con un programma in comune e con quattro simboli: FdI, Lega, FI e Noi moderati. Ogni forza ha il proprio capo politico. All’estero i centristi passano la mano e ci sarà un simbolo unitario ‘Salvini-Berlusconi-Meloni’.
Il centrosinistra corre in Italia e all’estero con quattro simboli: ‘Pd. Italia democratica e progressista’, Impegno civico, ‘Alleanza Verdi Sinistra’, +Europa. Ogni forza ha il proprio capo politico e programma.
Il terzo polo di Azione e Italia viva ha un unico simbolo e non è in alcuna coalizione. Il capo politico è Carlo Calenda. M5s corre da solo in Italia e all’estero. Il capo politico è Giuseppe Conte.
Clemente Mastella raccoglierà le firme per presentare la moglie Sandra nell’uninominale per la Camera a Benevento (Noi di centro).
Cateno De Luca tenterà di correre nell’uninominale in Sicilia (Sud chiama nord). Roberto Fiore spera che Forza Nuova possa essere esentata dalla raccolta delle firme, in virtù del collegamento con l’associazione europea di estrema destra Apf. ‘Unione popolare con De Magistris’ afferma di avere già raccolto le firme necessarie per il Lazio.
Le elezioni politiche 2022 registrano la novità di un ex Presidente del Consiglio e di un ministro degli Esteri in carica, seppur dimissionario, che depositano personalmente il proprio simbolo al Viminale. Sono Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.
All’ufficio elettorale del ministero dell’Interno operano in prima persona anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (per il leghista si tratta di una tradizione consolidata), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci (Impegno civico), l’ex Guardasigilli Clemente Mastella e l’ex pm Antonio Ingroia, protagonista del processo Dell’Utri e presentatore con Marco Rizzo del simbolo ‘Italia sovrana e popolare’.
Le uniche forze politiche che hanno messo nel simbolo la propria famiglia europea sono FI (Ppe), Azione-Iv (Renew Europe), ‘Alleanza Verdi sinistra’ (Europa verde, European Green Party), Forza Nuova (Apf).
È preponderante la personalizzazione della politica. Ben 26 simboli contengono il nome di un leader: Merlo (Maie), Calenda, Mastella, Salvini, Cateno De Luca, Giarrusso, Panzironi (Rivoluzione sanitaria), Pappalardo/Presutti (Gilet arancioni), Paragone (Italexit), Nappi (Naturalisti), Lista Pannella, Berlusconi, Adinolfi/Di Stefano (Alternativa per l’Italia), Lupi/Toti/Brugnaro, Musso (Forza del popolo), Di Maio (Impegno civico), Meloni, Papale (Luce del sud), Salvini-Berlusconi-Meloni (centrodestra all’estero), Sgarbi (Rinascimento), De Magistris, Peretti (Democrazia cattolica liberale), Cappato (Referendum e democrazia), Bonino, Palamara (Oltre il sistema) e Draghi (il simbolo è ‘Italiani con Draghi. Rinascimento’ ma a palazzo Chigi non sanno nulla di questo contrassegno).
L’ultimo contrassegno presentato è il simbolo di Italia dei Diritti, mentre stamani il primo simbolo affisso in bacheca è stato quello della lista ‘Peretti-Democrazia Cattolica liberale’, sempre con lo scudo crociato. Il secondo contrassegno depositato oggi è invece quello dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ‘Unione Popolare con de Magistris’. Affisso al Viminale anche un secondo simbolo di de Magistris, ‘Up con De Magistris’: dentro i loghi di Dema, Manifesta, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo.
Marco Rizzo, Antonio Ingroia ed Emanuele Dessì hanno depositato al Viminale il contrassegno elettorale della lista ‘Italia Sovrana e Popolare‘. “Vogliamo un’Italia sovrana e popolare, come dice il nostro simbolo. Il capo politico è Giovanna Colone, una lavoratrice della scuola che è stata sospesa per la vicenda del vaccino.
Marco Cappato ha depositato e affisso al Viminale il simbolo per le elezioni politiche: Referendum democrazia con Cappato. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, leader della lista ha ribadito che intende raccogliere le firme solo con modalità digitale. “Siamo partiti con una marcia dal Quirinale e ci appelliamo al presidente del Consiglio Mario Draghi perche’ le elezioni non siano antidemocratiche. Servono 60mila firme per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare quelle digitali per rivitalizzare la democrazia. Come già accade per i referendum, le firme digitali devono essere valide per partecipare alle elezioni politiche”, ha detto Cappato dopo il deposito sottolineando che raccoglierà le firme “solo in modalità digitale”, chiedendo a Draghi di “equiparare referendum ed elezioni politiche”. La raccolta firme digitali o con spid potrà essere effettuata sul sito listareferendumedemocrazia.it. “Per togliere ogni dubbio” e far ammettere le firme raccolte Cappato ha poi aggiunto:”Chiediamo al presidente Draghi una interpretazione della norma. Se dovesse accadere che le firme non vengano riconosciute abbiamo già pronti i ricorsi che presenteremo in tutte le sedi nazionali e internazionali”, ha annunciato Cappato. “Evidentemente il problema non è raccogliere le firme ma sono le condizioni e gli ostacoli che vanno rimossi all’esercizio della democrazia del nostro paese”, ha concluso.
Marco Cappato intende raccogliere le firme necessarie solo con modalità digitale. “Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi perché le elezioni non siano antidemocratiche – dice Cappato ai giornalisti – servono 60mila firme distribuite in tutto il Paese per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare le firme digitali per rivitalizzare la democrazia. Come già accade per i referendum, le firme digitali devono essere valide per partecipare alle elezioni politiche. Noi raccoglieremo le firme solo in modalità digitale. Chiediamo a Draghi di equiparare referendum ed elezioni politiche”.
Entro il 16 agosto il Viminale deciderà in prima battuta sui ‘doppioni‘: ci sono quattro Democrazie cristiane; due Pli; due ‘Sud chiama Nord’; due Unioni popolari con De Magistris; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei lavoratori; svariate liste che includono la parola ‘moderati’. Gli interessati entro il 18 agosto potranno adeguarsi e modificare il simbolo contestato oppure presentare ricorso presso l’Ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione.