Il Santuario sorge sul luogo dove fu costruita, in località anticamente detta “Capo d’orto”, una Cappella con il titolo di Pio Monte dei Morti, benedetta dal vescovo Stefano Sole di Castelblanco il 2 Maggio 1640. Nel 1691 al posto della Cappella fu eretta una Chiesa intitolata a Santa Maria del Suffragio, a spese della Congrega del Pio Monte dei Morti.
Dal 1779 la Chiesa divenne il cuore mariano di Sarno. “Il tesoro, il pregio, il valore inconfutabile della chiesa sono tutti nel quadretto della Madonna, opera del pittore Paolo De Maio, collocato in un artistico trono sull’altare maggiore” (Can. Pietro Nocera). Il “quadriello” (così la gente di Sarno da secoli indicano l’immagine miracolosa), è una tela dipinta nel 1776 dal pittore napoletano Paolo De Maio, figlio spirituale di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il quale era solito dipingere immagini della Madonna soffuse di celestiale pudore. Nel 1749, tra l’altro, Sant’Alfonso tenne nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio una memorabile missione popolare.
Il bellissimo quadro arrivò presso la Chiesa di Santa Maria del Suffragio attraverso una storia abbastanza articolata. Vi era a Sarno, all’epoca, Michele Volpicelli, figlio di una famiglia benestante e residente nel palazzo che tutt’ora porta il suo nome nel centro storico. Volpicelli, attraverso l’intercessione di un suo zio religioso, a Napoli conobbe Paolo Di Maio, con il quale si creò un rapporto di amicizia così salda da divenire anche suo figlioccio di cresima. Accadde un giorno che lo zelante pittore, cimentatosi in quello che egli stesso definì come “il suo più grande capolavoro”, e che destò già a più riprese l’interesse di Volpicelli, fu rapito più volte in estasi dinnanzi alla divina immagine, i quali non gli permettevano di concludere l’opera dipingendo le Tre Corone, la stella e il giglio indicategli dal suo figlioccio.
Essendosi Di Maio mostrato già più volte restio ad assecondare le richieste del figlioccio di completare quanto mancava, Volpicelli, durante una visita presso casa Di Maio, durante un’estasi del pittore, rubò la tela portandola con sè a Sarno, nonostante fosse incompleta, per porla in casa sua. Tutto ciò costò al Volpicelli l’ira di Di Maio che, ridestatosi dall’estasi, gli espresse in una lettera la propria amarezza per il gesto, nonché il suo definitivo rifiuto di completare l’opera; ciò, ovviamente, non scoraggiò Michele Volpicelli, che completò la tela adornandola con pezzi d’oro raffiguranti tutti gli elementi che Paolo Di Maio non aveva completato (le tre corone, il giglio, la stella) aggiungendovi due bracciali, un anello e un paio di orecchini.
Fu in quel momento che la miracolosa tela iniziò a segnare la storia del popolo di Sarno, generando innanzitutto stupore, in quanti visitavano casa Volpicelli per la celestiale bellezza; fu in quel periodo che iniziò a crescere una grande devozione a Maria Santissima delle Tre Corone, tanto che il Volpicelli fece costruire una piccola cappella in casa sua a cui il popolo poteva accedere. Il culmine dello stupore fu raggiunto durante gli anni del mandato a sindaco di Sarno di Michele Volpicelli stesso, il quale, d’accordo con il vescovo diocesano Mons. Giansaverio De Pirellis, diede il proprio consenso che l’immagine di sua proprietà fosse portata in processione durante gli eventi tragici che colpivano la Sarno dell’epoca. Una serie di prodigi segnarono questo tempo: in occasione di un’epidemia di tifo, nel miracolo ad una donna di San Marzano sul Sarno salvata da una rovinosa caduta da un carro e che lei raccontò dicendo di essere stata miracolata dalla Madonna “non quella di sempre ma quella dalle Tre Corone” e nell’eruzione del Vesuvio del 1779. Da questi eventi, nel 1779, Maria Santissima delle Tre Corone fu acclamata Patrona principale della città di Sarno dall’amministrazione cittadina e dal popolo alla presenza del vescovo di Sarno, divenendo la festa del 15 Agosto la principale festività cittadina.
Da allora in molte occasioni la Madonna delle Tre Corone ha mostrato la sua provvidenziale protezione alla città di Sarno e ai paesi vicini, come recita l’antica supplica del Sabato alla Madonna: in tempi di siccità, dal contagio del colera e da calamità naturali.
Dal 6 al 14 agosto si svolge la Novena solenne in cui fedeli e gruppi di fedeli, realtà ecclesiali e parrocchie si recano in pellegrinaggio alla Madonna delle Tre Corone.
Dal 12 al 16 agosto, tradizione parzialmente bloccata dalla Pandemia, si svolge normalmente il Meeting Internazionale Mariano in onore di Maria Santissima delle Tre Corone, i cui momenti salienti sono costituiti da Il corteo storico, la rappresentazione storica della proclamazione della Madonna delle Tre Corone a Patrona della città di Sarno nel 1779, ripercorrendo la storia dell’arrivo del quadro a Sarno; da La Notte Sacra, preghiera e arte nel centro storico di Sarno che coinvolge le Chiese e le Cappelle delle Parrocchie Maria Santissima delle Tre Corone, San Francesco d’Assisi e San Matteo Apostolo ed Evangelista, in un itinerario culturale e di fede, tra musica, mostre, proiezioni e preghiera; il Sarno Christian Festival festival del canto sacro in cui musica e fede mostrano il loro strettissimo legame. Durante la festa si svolge anche la festa dell’emigrante, attraverso la Celebrazione Eucaristica e un diploma ricordo si accolgono gli emigranti che tornano per venerare la Maria Santissima delle Tre Corone, immagine della loro fede e richiamo alle proprie radici sarnesi che portano sempre nel cuore.
La solenne processione che attraversa la città, il 14 e 15 agosto, coinvolge l’intera popolazione che venera la Madonna contemplandola nella sua purezza nel cuore, nella mente e nel corpo (significato delle Tre Corone), così come le celebrazioni eucaristiche in Santuario nella giornata del 15 agosto e l’affollatissima Messa in Piazza V Maggio della sera del 15 agosto.