«Mi pare che la discussione risenta di un certo provincialismo tutto italiano. Per cui se una cosa viene detta alla Cnn, in genere è molto più importante di un’affermazione fatta alla Rai. Non è così che funziona».
Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos e docente di teoria e analisi dell’audience alla Sapienza di Roma, com’ è allora che funziona? Meloni accusa Letta di screditare il Paese, dicendo «bugie» su di lei al pubblico Usa.
«Mi pare un giudizio esagerato. […] Quella di Letta è una valutazione che non influirà sul voto, né sull’immagine dell’Italia all’estero […] Se Meloni diventerà premier, dovrà dimostrare che è in grado di guidare il Paese con le sue proposte […]».
Perché allora in Italia diamo sempre così tanta importanza a ciò che si dice sui nostri leader all’estero?
«Fa parte di quella dose di provincialismo di cui parlavo prima. […] la domanda da farsi è: quanti sono gli italiani che guardano la Cnn e che se ne lasciano influenzare, a parte forse i nostri connazionali all’estero?».
Però la guardano gli stranieri. E magari si fanno un’idea del nostro Paese.
«Vero. […] il motivo per cui i candidati italiani spesso cercano le attenzioni delle grandi reti estere è una forma di accreditamento internazionale […] Ma da noi non influisce molto, in termini di voti […]».
Quanto, dal suo punto di vista?
«Riassumerei dicendo che l’immagine che all’estero hanno dei nostri candidati pesa poco o nulla, sull’elettorato italiano. Certo, può esistere una quota minoritaria di elettori moderati, informati e attenti a queste tematiche, che potrebbe sentirsi indotta a non scegliere Meloni se su di lei pesasse un giudizio critico a livello internazionale. Parliamo […] dell’uno per cento. Del resto, Berlusconi ha sempre goduto di una popolarità elevata nonostante le critiche dei media stranieri. […]». […]