Gramsci contesta all’astensionismo di fondarsi su una “concezione meccanicamente catastrofica: la forza dell’avversario crollerà matematicamente se con metodo rigorosamente intransigente lo si boicotterà nel campo governativo”. L’astensionismo è solo apparentemente “intransigente”, essendo in realtà indizio di un atteggiamento economicista. L’economismo, come chiarisce Gramsci “si presenta sotto molte altre forme oltre che il liberismo teorico e il sindacalismo teorico. Appartengono all’economismo tutte le forme di astensionismo elettorale (esempio l’astensionismo dei clericali italiani dal 1870 al 1919, divenuto dopo il 1900 sempre più parziale fino a sparire del tutto) che possono essere svariatissime, nel senso che ci può essere semiastensionismo, un quarto ecc. Non sempre l’economismo è contrario all’azione [politica] e al partito politico, che viene però considerato come organismo educativo di tipo sindacale. La così detta «intransigenza» è una forma di economismo: così la «formula tanto peggio tanto meglio»
Ma Gramsci all’epoca sua non aveva fatto i conti con il futuro… Anzi col nostro presente estivo pre-elettorale, fatto di scandaletti, di insulti, di rivendicazioni di troni infiniti, di cambiamenti di candidati e di schieramenti dalla sera alla mattina, di collegi blindati e di paracadute, di figli d’arte e parenti messi ad arte. In tale scenario, come non giustificare l’astensionismo e la distanza che si amplia tra l’urna e l’avente diritto ? Andate a spiegare la campagna elettorale agli imprenditori che hanno ricevuto bollette energetiche da un milione da euro e a famiglie che ormai fanno i salti mortali per arrivare a pagare almeno una porzione di gabelle. Nessuno pensa a come adoperarsi in Europa per stabilire un tetto massimo al prezzo del gas oppure ad indennizzi ad industrie e privati, nemmeno c’è chi s’adopera seriamente per fonti alternative o per ridurre la dipendenza dai russi. Messo da parte Draghi – che in molti vorrebbero far riapparire sulla scena in caso di esito elettorale balbettante per i vincitori – s’è scatenato il peggio dell’Italietta che punta a restare o a ritornare nel Palazzo, scenario esasperato ancor di più da un Rosatellum che ha mandato il tilt anche i più esperti “listaioli”, cioè gli abituati da decenni a cercare di posizionare le persone giuste ai posti giusti in chiave elettorale. Allora ecco il riassunto: forse Gramsci aveva ragione sulla natura dell’astensionismo dei tempi suoi ma oggi probabilmente avrebbe torto nel classificare l’astensionismo, che in questa fase appare come decisa volontà di non scegliere per il semplice fatto di non trovare adeguata rappresentanza, non più ideologica ma riguardante un futuro complicato ed un presente impregnato di pessimismo.