Scrivere è ascoltare la musica e tradurla in parole, scattare una foto e provare a darle un colore con le parole, osservare i contorni del quotidiano e trovare le parole per descriverli, riuscire con le parole a delineare i confini del silenzio che visita i labirinti della mente …
Scrivere è trovare il filo logico di quello che la vita riserva, è farsi compagnia creando sentieri dove incontrare personaggi come quelli di Dorothy ne “Il Mago di Oz”. Scrivere è un atto creativo in cui l’imprevedibile diventa inevitabile e scoperta continua. Scrivere è raccontarsi e raccontare con giochi di parole abissi, risalite, inquietudini, riappacificazioni, gioie, dolori, fantasie, realtà e tanto altro.
“Scrivere è condivisione” lo dichiara anche Diana, la protagonista di “Graffi” – Capponi Editore – nelle prime pagine del libro. Scrivere è il primo atto della storia di un testo che aspetta di incontrare i lettori e per gli esordienti la strada per l’abbraccio del pubblico è più ardua. C’è chi ha più fortuna, chi ha più contatti, chi è più caparbio e meno timido, chi sa chiedere con ostinazione uno spazio per proporre il proprio inedito. Alla fine c’è chi riuscirà a raggiungere una vasta platea e chi, purtroppo, rimarrà sempre sconosciuto ai più. L’aver scritto un libro e diversi racconti e il curare una rubrica dedicata ad autori emergenti mi ha reso consapevole della disparità di trattamento tra autori noti al grande pubblico, ben inseriti nella filiera della programmazione editoriale, e gli altri che aspirano a trovare spazi di notorietà. È evidente che i bravi autori sono tanti, ma non tutti hanno le medesime opportunità. Non è facile entrare nei circoli e nelle rassegne locali presenti in realtà territoriali dove gli autori si conoscono tutti e tendono a fare rete salvaguardando il proprio “orticello” di notorietà.
Le presentazioni dei libri sono i momenti “magici” per ogni autore emergente (aggiungerei per ogni autore) e anche per il lettori. Non disertiamole. Leggere è ritrovarsi nelle parole di un altro, è scoprirsi simili e distanti allo stesso tempo, è acciuffare un pensiero di cui si ha bisogno, è riflettere sulle considerazioni altrui, è scorgere la fragilità presente nell’essere umano, è il modo per divenire forti e in grado di discernere, è sondare la riserva dell’ignoto che rivela sorprese insospettabili.