In tanti sono rimasti colpiti dalla frase che ha esternato Papa Francesco nel corso della sua omelia della messa celebrata stamattina sul sagrato della Basilica di Santa Maria in Collemaggio. “La pace si costruisce solo con il perdono”.
La Perdonanza Celestiniana quest’anno ha avuto un ospite d’onore: Papa Francesco. Come primo appuntamento il pontefice, arrivato nella mattinata non senza difficoltà a causa della nebbia fitta che ha inizialmente impedito l’atterragio all’elicottero partito da Roma e giunto allo stadio «Gran Sasso», nella zona est dell’Aquila, ha fissato un incontro con i parenti delle 309 vittime del terremoto (magnitudo 5,8) che nella notte del 9 aprile del 2009 distrusse la città.
«È stata una emozione molto forte – ha raccontato al termine il chirurgo aquilano Vincenzo Vittorini, dell’associazione vittime del terremoto, che ha perso la moglie e un figlio -. La memoria è fatta sia di cose belle che di brutte. In tal senso, noi siamo da 13 anni sentinelle della memoria affinché non accadano più certi eventi negativi, come la mancanza di prevenzione e sicurezza. Non dobbiamo dimenticare. Se sì dimentica non c’è futuro. Da 13 anni ci battiamo per questo».
Seduto sulla sedie a rotelle prima e sorretto da un bastone poi, con il caschetto di protezione ben calzato sulla testa, Bergoglio ha visitato la Cattedrale di San Massimo, ancora inagibile per le conseguenze del sisma, e ha parlato ai fedeli raccolti nella piazza principale del capoluogo abruzzese. Ha poi percorso, a bordo della Papamobile, le principali strade del centro storico salutando le tante persone accorse per vederlo da dietro le transenne, e alle 10 è arrivato alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove sono custodite le spoglie di Papa Celestino Ve dove ha presieduto l’Angelus.
«Che L’Aquila sia davvero capitale di perdono, di pace e di riconciliazione – le parole pronunciate da Bergoglio nel sagrato -. Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia. Ma Celestino V non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì”. Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili. Proprio perché sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontà».
Primo Pontefice nella storia della tradizionale celebrazione aquilana, giunta alla 728sima edizione, Papa Francesco, dopo diversi minuti in raccoglimento sulla sedia a rotelle, ha praticato il rito dell’apertura della Porta santa, bussando tre volte, con il ramo d’ulivo del Getsemani, sull’anta del portale nel lato sinistro. Da questo momento e fino alla sua chiusura, ai pellegrini che vi passeranno sotto verrà concessa l’indulgenza plenaria.
La sua visita ha richiesto un’organizzazione diversa da quella messa in campo negli anni passati. In occasione della visita pastorale del Papa è stato infatti anticipato al 23 – anziché svolgersi il 28 di agosto – il tradizionale corto della Bolla. In cui la Dama e il Giovin signore in abiti tradizionali scortano, dal palazzo del Comune fino a Collemaggio, la Bolla ovvero la pergamena con l’indulgenza plenaria che papa Celestino V donò alla città e al mondo. Introdotto il numero chiuso, ai soli possessori del ticket, per i posti a sedere in piazza Duomo e nel piazzale di Collemaggio. Tutti gli altri fedeli hanno salutato il pontefice durante il tragitto nelle strade del centro storico della città.