È iniziato il secondo semestre del 2022 e le morti sul lavoro non accennano a diminuire. Sono 569 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese da gennaio a luglio 2022, con una media di 81 morti sul lavoro ogni mese. E, sebbene le rilevazioni ufficiali da gennaio a luglio 2022 facciano emergere un decremento complessivo della mortalità del 16% rispetto al 2021 (erano 677 a fine luglio 2021), la realtà dei fatti è ben diversa.
Perché la flessione continua ad essere fortemente “drogata” dalla quasi totale assenza nel 2022 dei decessi per Covid rispetto al 2021: lo scorso anno infatti, nei primi sei mesi, gli infortuni mortali per Covid erano 367 su 538, circa il 68%. Quest’anno sono solo 11 su 463, ossia il 2%. Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono passati dai 171 del primo semestre 2021 ai 452 del corrispondente periodo del 2022, con un eclatante e drammatico incremento del 164%”.
E l’insicurezza sul lavoro si legge nitidamente anche nelle denunce totali di infortuni cresciute del 41,1% rispetto al 2021, arrivando a quota 441.451. E i settori della Sanità, Attività Manifatturiere e dei Trasporti rimangono sempre in cima alla graduatoria. Ma il dato come sempre più significativo nell’indagine dell’Osservatorio mestrino è il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, analizza da sempre infatti l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi sette mesi dell’anno è di 18,3 decessi ogni milione di occupati. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.
A finire in zona rossa alla fine dei primi sette mesi del 2022, con un’incidenza superiore al 125% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,3 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise Calabria e Umbria.In zona arancione: Marche, Toscana, Puglia, Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Veneto.