Con lunedì é caduta ogni speranza che il gasdotto Nordstream possa riprendere a breve a pompare quel combustibile verso la EU. A dare la conferma che l’interruzione della somministrazione non debba essere attribuita solamente alle operazioni di manutenzione, in serata é arrivata la comunicazione del portavoce del Cremlino. Questi ha dato notizia ufficiale che una possibilità di ripresa di quella fornitura è ipotizzabile solo a condizione che Bruxelles revochi le sanzioni comminate a Mosca.
Prende così sempre piu corpo l’ipotesi che, perchè l’ Europa e in modo particolare l’Italia possano affrontare le prossime stagioni fredde con disagi limitati, dovranno affermarsi alcune considerazioni in base a cui i cittadini accettino di fare di necessità virtù. Alla fine del secolo scorso furono diversi gli economisti e i sociologi che si occuparono dello studio specifico dell’ evoluzione degli stili di vita delle generazioni postbelliche, quelle che avevano dato vita alla cosiddetta Società dei consumi, nonchè delle ipotesi di sbocco della stessa. Quella che é stata il punto di arrivo di un percorso che, in Italia, è partito in sordina insieme alla ricostruzione del dopoguerra e si è conclamata negli anni del boom economico. Ha quindi essa proseguito con alti e bassi fino a giungere a un livello di stabilità, seppur precario, collocabile nel tempo agli inizi del secolo. In contemporanea con il verificarsi delle varie crisi economiche e finanziarie che si sono succedute fino al giorno d’oggi, quel modo di vivere usa e getta ha subito diversi scossoni, ultimo l’attuale tsunami energetico. Lo stesso che ne ha decretato la fine.
In concreto si tratta di riprendere stili di vita diversi da quelli che, più o meno giustificatamente, la cosiddetta economia del benessere aveva consentito che diventassero la regola. Del resto è passato molto tempo da quando, in un Italia ancora a forte vocazione agricola, erano consuete le più diverse pratiche di risparmio di qualsiasi genere che permettessero alle famiglie di mettere qualche soldo da parte, sotto il materasso o all’ufficio postale. Per quanto concerneva il riscaldamento, le masserie erano costruite in modo che le stanze da letto si trovassero sopra le stalle: il calore generato comunque dagli animali permetteva ai villici di evitare il congelamento. Per i bambini era giorno di festa quello in cui si faceva il pane nel forno domestico: le pagnotte appena cotte venivano messe a raffreddare sui loro letti che, di conseguenza, si riscaldavano. E l’ utilizzo del calore residuo del forno dopo la preparazione del pane continuava. Al suo interno venivano messe a quocere pietanze da mangiare successivamente, riscaldandole appena. Questo tipo di cucina era conosciuta come “a forno morto” e ancora oggi, seppure come divertissement, da qualche parte del Paese è in uso. Che dire dell’ acqua, quando non esistevano reti idriche e erano considerati privilegiati coloro che disponevano di un pozzo. La raccolta e la conservazione delle acque piovane era la norma, così come lo era il suo riutilizzo prima di finire nei campi per irrigarli. Piccolo mondo antico, si sarebbe portati a pensare. Probabilmente è più efficace definire questo stile di vita capacità di adattamento alle mutazioni dell’habitat, non sempre favorevoli alle specie sia animali che vegetali. Giusto per consolarsi, si può affermare tranquillamente che quanto sta accadendo in questi ultimi tempi è ben poca cosa rispetto alla caduta di quel meteorite. Se il mondo continuò a girare allora, lo farà certamente anche adesso.