Mio nonno, che era un saggio, era solito ripetere “fattela con quelli migliori di te e rifondici le spese” (in dialetto suona meglio). Draghi è un fuoriclasse, ma noi non possiamo ammettere che sia tra i migliori perchè snaturerebbe la nostra tipico mentalità che non esiste “uno migliore di me”.
Il piano di Draghi sulla crisi del gas, che affascina la maggior parte dei Paesi europei, è tanto semplice quanto geniale, se diventasse anche efficace avrebbe lo stesso impatto di quando era governatore della BCE e distrusse la speculazione sull’euro. Si parte da un assunto, salvo accordi diplomatici sulla fine del conflitto (sarebbe quasi ora), la Russia esporta 135 miliardi di mc di gas all’anno, quasi la totalità verso l’Europa. L’esportazione del gas è un pilastro dell’economia russa e di conseguenza una necessità europea. Ma chi fa il prezzo? Non la Russia, che fa quello base, ma intermediari finanziari che operano in borse europee, precisamente in Olanda, che sulla crisi del gas sta guadagnando una maree di soldi insieme alla Svezia, sul surplus.
La Russia sta progettando, dal canto suo, uno sbocco per dare gas alla Cina, ma gli servirebbero 2 anni per “dirottare” solo 10 dei 135 miliardi di mc. In termini economici, per la Russia è vitale vendere il gas all’Europa e per noi è vitale acquistarlo dalla Russia…siamo accomunati dallo stesso destino.
Cosa dice Draghi (che trova molto consenso), in parole povere, feghiamocene delle borse che producono solo surplus e derivati ma mettiamo un tetto, a prescindere, al costo del gas, tot euro per il costo del megawattora, se me lo dai bene altrimenti non lo voglio.
Se da un lato “accontenterebbe” in qualche modo chi ha necessità di vendere e chi di comprare, il problema è proprio l’Europa.In pratica tale ipotesi andrebbe votata all’unanimità dai paesi europei e, chi ci guadagna, in questo momento resiste a questa ipotesi invocando, tra l’altro, il “libero mercato”.Ecco! In questo momento dovremmo riflettere molto sull’aggettivo “libero”…ora serve la Politica.