Il Ministero per la Transizione Energetica (MiTE) ha presentato da pochi minuti l’attesissimo Piano Nazionale di Contenimento dei consumi di gas naturale, il vademecum con il quale l’Italia si sta preparando ad affrontare il caldo autunno del braccio di ferro energetico con la Russia. La diminuzione dell’offerta, la speculazione ed una serie di componenti di differente natura sul mercato imperfetto delle materie prime, infatti, hanno scatenato un problema duplice di costi e di approvvigionamenti del gas.
Sui costi si potrà fare poco nell’immediato, o quantomeno si lavora per poter ripristinare quanto prima quelle condizioni che consentivano i prezzi precedenti a questa improvvisa ondata inflazionistica. In quanto ad approvvigionamenti ed accumulo di riserve, il Paese e l’Europa stanno lavorando per fare sistema ed arrivare quanto prima ad una sempre maggior autonomia dalle forniture dipendenti dal Cremlino. Quel che può fare un singolo cittadino è porre attenzione ai consumi e trovare la miglior offerta luce&gas con cui tenere sotto controllo la bolletta. Ma ci sono comportamenti che hanno anche un alto valore sociale, consentendo ad ognuno di lavorare in ottica comunitaria per arrivare a risparmi che consentano all’Italia una quanto maggiore e rapida emancipazione dalla stretta di Mosca.
Il Piano Nazionale di Contenimento dei consumi di gas naturale è dunque anzitutto un manifesto di intenti, una guida etica che appella alle responsabilità ed all’attenzione dei singoli nuclei familiari, nel nome di un beneficio collettivo alto ed importante.
Piano Nazionale di Contenimento dei consumi di gas naturale
“Il conflitto tra Russia e Ucraina, tenuto conto dell’importante ruolo svolto dal gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale (circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas consumati), ha posto la necessità di adottare misure d’urgenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali“: questa la premessa del testo firmato dal ministro Cingolani.
Due gli obiettivi preposti:
- assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento;
- diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
Obiettivi
Elemento di valore del documento sta nel fatto che, prima di chiedere agli italiani una serie di impegni specifici, vengono elencate tutte le azioni che il Governo sta approntando da parte sua per calmierare la situazione. La differenziazione (con il coinvolgimento di Algeria, Congo, Angola, Qatar, Egitto, Nigeria, Indonesia, Mozambico e Libia) è la prima e più importante delle strategie poste in essere, poiché la prima cosa da fare è sostituire il gas russo e garantire flussi sicuri e stabili per gli anni a venire. Il tutto senza modifiche in termini di obiettivi di decarbonizzazione:
il Governo continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica. L’insieme delle misure di diversificazione sopra descritte consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale.
I Paesi europei si impegnano a ridurre immediatamente i consumi al fine di prevenire l’eventuale sospensione dei flussi di gas russo, entrando così in una fase di pre-allarme per garantire approvvigionamenti massimali e riduzione complessiva del rischio di mancanza della materia prima: l’Europa farà inoltre rete per garantire una redistribuzione interna del gas ed evitare un frazionamento anti-economico della domanda. In ballo, in Italia, ci sono 8,2 miliardi di Smc di gas naturale, quantitativo che dovrà essere “risparmiato” adottando specifiche azioni.
Per consentire al Paese di lavorare in questa complessa ridefinizione del bilancio energetico nazionale, gli italiani possono fare molto.
Cosa possono fare i cittadini
- limitazione delle temperature a 17° (con tolleranza di 2 gradi) per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, oppure a 19° (con tolleranza di 2 gradi) per tutti gli altri edifici, anche residenziali;
- limiti di esercizio degli impianti termici: 15 giorni in meno (8 giorni di posticipo delle accensioni, 7 giorni di anticipo degli spegnimenti), con riduzione di 1 ora della durata giornaliera di accensione (tale durata dipende dalla zona geografica di competenza);
Queste semplici misure pesano per ben 3 miliardi di Smc, dunque in modo sostanzioso sul deficit ipotizzato. A tutto ciò si aggiungono una serie di misure comportamentali a costo zero che implicano semplicemente attenzione e consapevolezza nei consumi e nelle abitudini quotidiane:
- riduzione della temperatura e della durata delle docce,
- l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo,
- l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno,
- l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico,
- il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione,
- spegnimento o inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza,
- non lasciare in stand by TV, decoder, DVD,
- riduzione delle ore di accensione delle lampadine
Queste misure, fatte sostanzialmente di maggior sensibilità, pesano addirittura per 2,7 miliardi di Smc. Basta tutto ciò, insomma, per raggiungere già oltre la metà degli obiettivi nazionali di risparmio del gas.
1 miliardo ulteriore di Smc potranno essere risparmiati se gli italiani faranno piccoli ed utili investimenti in casa per usare elettrodomestici a basso consumo o lampadine a led.
Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.
I risultati ottenuti saranno tanto più eclatanti quanto più importante sarà il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli italiani. I quali, pur tra mille contraddizioni e tensioni dialettiche spesso sopra le righe, dimostrano solitamente una insospettabile capacità di risposta collettiva alle peggiori sollecitazioni. Questa è una nuova sfida da vincere ed il documento del MiTE è un protocollo collettivo da cui partire.