Il 28 settembre le truppe tedesche hanno già deciso la ritirata dopo aver sfiorato la vittoria costringendo Clark a ipotizzare il reimbarco. Luoghi come Battipaglia sono già quasi retrovia e le truppe inglesi cercano di procedere verso Napoli, primo grande obiettivo dopo lo sbarco. Nella Piana del Sele e dintorni, a Battipaglia, Altavilla e Acerno, si è combattuto ferocemente, anche casa per casa, ma ora a Scafati i tedeschi hanno come unico obiettivo quello di rallentare gli inglesi e proteggere la ritirata. Impegnano in battaglia i “Desert Rats”, del Settimo Reggimento Corazzato Britannico, poco prima del ponte sul Sarno che hanno minato e pianificano di far saltare prima di abbandonare le postazioni.
A Scafati semplici cittadini, come a Napoli dove la popolazione già combatte (4 giornate di Napoli), danno vita ad uno dei primi atti di ribellione Partigiana in Italia, un pezzo della nostra storia troppo poco celebrato, come altri episodi di resistenza al Sud.
I partigiani scafatesi fanno intelligence per l’Esercito Inglese ma partecipano anche attivamente agli scontri, impegnando i tedeschi nella difesa del ponte e impedendone la distruzione fino all’occupazione inglese. Come in altri posti proprio alcuni personaggi della “guapparia” sono tra i protagonisti, infatti uno dei leader è Vittorio Nappi, detto “O Sturente”.
“Don Vittorio” Nappi è un personaggio anomalo nel panorama dei guappi del napoletano, si guadagna il soprannome grazie all’educazione ricevuta in una famiglia benestante di professionisti e alla frequentazione del Liceo Classico presso la Badia di Cava. In quelle giornate di settembre imbraccia le armi con il fratello Ubaldo per liberare la sua città ma il suo “curriculum professionale” racconterà successivamente di una vita che si intreccia a quella degli altri grandi personaggi della mala del napoletano, ancora Lucky Luciano, Pasquale Simonetti, meglio conosciuto come Pascalone e’ Nola e tanti altri. Tutti e tre questi personaggi rientreranno nelle indagini, 10 anni dopo, per la scomparsa del sindaco di Battipaglia Lorenzo Rago.
La singolarità di Vittorio Nappi infatti non finisce qui, aiuta gli inglesi contro i tedeschi ma nel 1953, durante la vicenda del sindaco Rago, collabora con i carabinieri, lo storico Giovanni De Luna su La Stampa (18.06.2006), citando un documento ritrovato da Carmen Pellegrino presso l’Archivio Centrale dello Stato, osserva che “Nappi non era, come si direbbe oggi, un collaboratore di giustizia. Aveva deciso di aiutare gli inquirenti affiancandosi alla legge, da potere a potere, alla pari, forte di un’autorità illegale legittimata anche dai carabinieri che avrebbero dovuto combatterla“.
Probabilmente questo può essere considerarsi un filo conduttore tra i due episodi, Vittorio Nappi, interpretava il ruolo di una parte del “governo” del territorio e come tale si comportava.