Non è passato molto tempo dal periodo di fuoco che ha vissuto Nocera Inferiore assediata da attentati che hanno sparso il terrore per le vie della città. Quasi tutti in piena notte. Quasi tutte tragedie sfiorate.
La società civile si è fatta sentire riversandosi nelle strade con striscioni guidate dai tricolori dell’intero Agro nella richiesta di legalità. Le Forze dell’Ordine coordinate e rafforzate hanno potuto dare una risposta repentina ed in poco l’ombra degli attacchi è stata diradata.
Tutt’altra vicenda quella a cui si sta assistendo ad Eboli, una città sotto assedio che nell’attesa di conoscere le sorti del trentenne ridotto in fin di vita, registra ormai quotidiane scene da film western.
I bambini del quartiere Pescara non vanno a scuola da giorni. Tutti a rischio, si vive sul filo del rasoio, cioè della paura.
E’ troppa, infatti, la paura di finire bersaglio di proiettili vaganti o volutamente indirizzati dagli autori degli episodi di violenza che si stanno consumando da mesi in città e che hanno ormai raggiunto alti livelli di ferocia e di imprevedibilità, instaurando un clima di terrore.
Nessuno per strada, il supermercato teatro della più recente sparatoria deserto.
Le Forze dell’Ordine territoriali con le esigue risorse a disposizione continuano a presidiare la città, intanto che la politica si divide e perde in critiche e rivendicazioni poco costruttive.
Contestato il Sindaco Conte per aver sottovalutato le precedenti avvisaglie tacciando di “allarmismo” le istanze del circolo PD ebolitano, intanto tra un affondo e l’altro, è riuscito ad ottenere che il prossimo 6 ottobre si svolgesse, presso la Prefettura di Salerno, il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Al Rione Pescara di Eboli non resta che auto imporsi un lockdown in attesa di assistere ad un’azione risolutiva delle autorità.