
Nell’anno del Signore 2022, Montevescovado è lo specchio di come il mondo nocerino, almeno una parte, sia rimasto decisamente indietro rispetto alla data del calendario. Indietro di parecchio, ben più di quei 40 anni che sono lo specchio di quel che di errato fu fatto all’epoca – confusa è dir poco- del post terremoto. Oggi sono visibili colori d’acqua assurdi, infiltrazioni, topi e compagnia bella. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, ampiamente documentato e testimoniato. Ma sembra tutto normale, scontato, quasi una condanna a vita per chi dignitosamente vi abita e si sente dire da tanto, anzi da tantissimo, che presto qualcosa cambierà. In realtà l’unico cambiamento registrato fa rima con peggioramento. Qui non si tratta di fare sociologia spicciola o di ambientarvi un film di Pasolini. Alcune location di Nocera sono da film, concordiamo. Altre, partendo da Montevescovado, sono da mea culpa generale, di una classe dirigente e politica, di varie autorità competenti che hanno permesso e portato avanti negli anno lo scempio. L’edilizia popolare è diventata edilizia trasandata, come se gli abitanti della zona avessero meno dignità di nocerini rispetto al resto della città. Sbagliatissimo: chi abita da quelle parti ha molta dignità, spesso superiore a quella dei nocerini che vivono in condizioni migliori. Che facciamo? Continuiamo con le parole a vuoto oppure passiamo all’azione? Occorrerebbe una marcia di protesta al giorno, un sit-in continuo, un filmare ininterrotto per scuotere un’inerzia che diventa il peggior biglietto da visita della città. Non conta il colore politico, nemmeno l’intestazione di eventuali meriti: il grido che si leva è di far presto a muoversi, siamo nell’anno 2022, non si può continuare a vivere così.