Il PNRR rappresenta(va) un’occasione unica per il Comune di Cava de’ Tirreni che, evidentemente, ancora, adotta la misura del “bando” per dare in gestione, a terzi, il patrimonio cittadino (quello che ne rimane). L’amministrazione Servalli, probabilmente distratta dal dissesto finanziario, di fatti, preferisce alienare i beni comunali o darli in concessione, per “far cassa” piuttosto che sfruttare gli stessi a proprio vantaggio, utilizzandoli come investimento e fornendo servizi al cittadino.
Grazie agli obiettivi strategici del Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza, che ha fornito a tutte le PA,
opportunità di finanziamento, fondamentali per rigenerare la città , sarebbe stato possibile ripartire dopo la
grande crisi pandemica. L’ex Palazzo delle Arti e della cultura, è già stata oggetto della nostra attenzione.
Nell’aprile di quest’anno, infatti, la nostra proposta di riapertura trovava nella creazione di un polo culturale,
tramite accesso ai fondi, la soluzione agli aspetti economico-organizzativi legati alla struttura, ormai
chiusa da due anni. L’idea, da quanto emerso dagli ultimi consigli comunali, è stata accolta dall’amministrazione in carica che ha, finalmente, deciso di realizzare un polo turistico, artistico, culturale che comprenda il Palazzo San Giovanni, il Piccolo teatro e il Palazzo delle Arti.
Unica pecca, nell’attuazione, è quella di non poter usufruire di un ufficio intersettoriale, che si dedichi alla ricerca dei bandi e professionisti che si occupino delle diverse progettazioni. Una carenza di tipo strutturale-organizzativa che ci penalizza nelle opportunità di accedere ai diversi fondi stanziati. Sì, perché se l’amministrazione avesse potuto avvalersi di personale qualificato, Cava de’ Tirreni avrebbe potuto far parte di un progetto di riqualificazione, miglioramento dei servizi e innovazioni rendendosi più rispettosa dell’ambiente, più aperta ai giovani e più coesa territorialmente.
Inutile piangere sul latte versato, l’aspetto pratico è che, ad oggi, il bando, per la gestione dei locali dell’ex
Mediateca, è andato deserto. Il nostro timore è che questo sia il risultato della richiesta di 64.000€ per la
realizzazione di lavori obbligatori alla messa in sicurezza, a carico del gestore e che poi verranno scorporati
dal canone mensile pari a 7500€. L’assessore Iuliano, nel suo intervento in consiglio, riferisce però che questi
costi saranno rimodulati e adeguati al piano tariffario regionale 2022. Se il mondo non va al contrario, è
molto probabile che i costi saranno superiori e che anche il prossimo bando non veda partecipazione.
Ciò significherebbe che il “Palazzo delle Arti e della cultura” di arte e cultura avrà solo il nome e ai cittadini
non rimarrà che ulteriore assenza di servizi. La scelta di accedere ai PNRR, così come più volte da noi indicato, e quindi di riqualificare le strutture, avrebbe conservato il patrimonio comunale garantendo servizi al cittadino, sviluppo, crescita e progresso. Un’eredità che sarebbe rimasta alle generazioni future che invece si ritroveranno a vivere una città svenduta, priva di servizi essenziali, uno su tutti quello alla cultura.
Consiglio Direttivo
Cava 4.0