La maggioranza si spacca sul primo voto in aula al Senato ma, nonostante il venir meno dei voti di Forza Italia, Ignazio La Russa viene eletto presidente al primo colpo grazie ai voti di almeno 17 senatori, secondo i calcoli di Youtrend, fuori dal centrodestra. Insomma, se la maggioranza si divide alla prima prova d’aula ma altrettanto fa l’opposizione. Dunque chi nella minoranza ha votato per La Russa? Il Pd si chiama fuori. Piuttosto si punta il dito contro i 5 Stelle: diversi senatori pentastellati, si fa notare, sarebbero restati nella cabina per il voto più del necessario, più della semplice consegna di una scheda bianca. Ma il principale indiziato, sempre secondo i dem, sarebbe il Terzo Polo. Matteo Renzi respinge le accuse: “Noi abbiamo votato scheda bianca, non siamo stati noi. Quando faccio una cosa la rivendico è chiaro che si sta giocando un regolamento di conti nel centrodestra”, ha aggiunto il leader Iv che stamattina ha trascorso molto tempo tra i banchi dei senatori Pd.
Il primo gesto del neo presidente del Senato Ignazio La Russa è stato la consegna di un mazzo di fiori alla senatrice a vita Segre. La Russa ha poi ringraziato la senatrice a vita dicendo di aver condiviso il suo intervento nell’Aula di palazzo Madama.
“Non c’è una sola parola di quello che ha detto che non abbia meritato il mio applauso”. Il neo eletto presidente del Senato Ignazio La Russa lo dice rivolgendo un saluto e un ringraziamento a Liliana Segre, “che non voglio chiamare presidente provvisorio ma presidente morale”, dice La Russa.
Il discorso di La Russa
“Umanità è respingere violenza e sopraffazione, difendere diritti legalmente riconosciuti” e combattere la violenza “su minori e donne che è lo squallore della società. Violenze che devono essere più che combattute, oltre che combattute: vanno prevenute”. Lo ha detto nel suo discorso di insediamento in Aula il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Ogni fragilità ci riguarda e ci interpella”, ha aggiunto. “Noi non dobbiamo chiedere ad altri ma a noi stessi cosa realizzare per stare accanto a chi è debole. Per chi è debole – ha concluso – il posto non è in fondo ma in prima fila”.
“Ai patrioti ucraini va il mio pensiero, così come ai profughi e rifugiati ucraini e che da ogni parte del mondo scappano da quella guerra e dalle guerre che devono essere accolti con onore”. E sul conflitto in Ucraina ha ricordato che “non c’è mai pace senza la giustizia”.
“Grande rispetto per il sommo Pontefice che ci ha dato un’indicazione spirituale e morale per cercare di battere la povertà: il lavoro ben remunerato”.
“Ho cominciato a far politica appena nato, mio padre faceva politica, aveva la sue idee mai rinnegate. Io ho iniziato nelle organizzazioni giovanili, nei momenti della contestazione, della violenza, della resistenza al terrorismo. Una frase mi ha sempre ispirato su come comportarmi, una frase di un presidente di estrazione non proprio come lamia: Sandro Pertini. ‘Nella vita è necessario sapere lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza’. E io aggiungo che la lotta serve non solo quando pensi di poter vincere, ma anche quando pensi valga la pena di essere vissuta”.
Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio”.