Ospite al punto Mondadori di Nocera Inferiore Riccardo Bertoldi per presentare il suo nuovo libro: “Punto e a cuore”, edito per Rizzoli. È la storia di Giulia e di come la sua vita prende due strade opposte e complementari in base alla sua scelta di prendere o meno un caffè con il suo ex. È proprio quella frase – mi manchi, ti va un caffè? – a segnare il bivio che porterà la protagonista o verso una riconciliazione dolorosa, che passa per verità scomode che i due amanti non hanno mai avuto il coraggio di rivelare per paura che potessero scuotere le fondamenta della relazione, oppure verso la riscoperta di un’intimità con se stessa che aveva perso durante gli anni di relazione.
Il titolo del romanzo, “Punto e a cuore”, nasce da una riflessione dell’autore maturata durante la stesura del romanzo precedente, “Mi prometto il mare”, scritto con l’aiuto di uno psicoterapeuta. «Mettere un punto dà l’idea di qualcosa di definitivo, anche un po’ brusco,» spiega Bertoldi. «Per questo ho spostato l’attenzione sul cuore, perché volevo dare l’idea di qualcosa che ricomincia, e che ricomincia dall’interiorità della protagonista. Non è propriamente un seguito del mio libro precedente, che parte da un tradimento, ma segue lo stesso filo tematico.»
Il punto d’interesse focale del nuovo romanzo, uscito qualche settimana fa e attualmente in tour per l’Italia per presentarlo al pubblico, è questa interattività da sempre presente nei romanzi di Bertoldi. In questo romanzo non è possibile avere il quadro completo della storia se non si leggono le due metà, senza le quali si perderebbero anche alcune battute che strizzano l’occhio alla storia complementare e che si godono solo attraverso una lettura completa; in un romanzo precedente uscito durante il periodo del primo lockdown, Bertoldi ha trasformato la storia in un’esperienza attiva per il lettore inserendo all’interno del testo 12 QR. Video che raccontano i luoghi del romanzo, piccole chicche sul retroscena – una quantità ingente di materiale girato e montato da Bertoldi stesso, che in un momento in cui non è stato possibile viaggiare ha voluto comunque accompagnare in qualche modo il lettore. «Un libro ha il difetto di essere sempre uguale a se stesso, fisicamente,» dichiara Bertoldi. «Per questo ho voluto inserire degli elementi che interrompono la narrazione, come pagine nere per simboleggiare il lutto, o la portano ad un livello più concreto per il lettore.»
Scrivere un punto di vista femminile è una sfida per un autore che non s’identifica con quell’universo, e Bertoldi ha approcciato questo compito giocando su una sensibilità che sente di avere: «Io credo ci sia una componente femminile in ogni uomo,» afferma infatti. «La mia la lascio emergere attraverso la scrittura, a cominciare da “Mi prometto il mare”. Non riesco ad essere nella vita come sono nei libri che scrivo, perché è stato molto raro incontrare qualcuno che potesse apprezzare il mio lato più fragile. È come quando parli con qualcuno di qualcosa che ti appassiona e ti accorgi che ti sta ascoltando ma non sta capendo realmente. Quindi ho deciso di lasciar libero questo mio lato in questo modo.»
Come alcuni fan dell’autore già sapevano, Bertoldi prenderà una pausa dalla scrittura di circa un anno e mezzo una volta concluso il tour di “Punto e a cuore”. «Credo che non sia solo l’autore ad aver bisogno di respirare tra un libro e l’altro, ma anche il lettore. Cinque romanzi in quattro anni non sono pochi, e voglio approfittarne per viaggiare, dato che ho la fortuna di lavorare in remoto, e darmi tempo di vivere per poter parlare delle mie esperienze.»
Bertoldi non è apprezzato solo dal giovane pubblico, che si è interfacciato con lui durante l’incontro moderato dalla professoressa Evelina Diodato, ma anche da insegnanti di letteratura che propongono i suoi testi agli alunni intervallandoli ai classici previsti dai programmi ministeriali. «Da quando ho proposto i tuoi testi agli alunni, si approcciano tutti alla scrittura con più consapevolezza – non solo le ragazze, ma anche i ragazzi, e la cosa mi ha stupito molto,» ha dichiarato un’insegnante fra il pubblico.
Le storie di Bertoldi propongono una riflessione intima su ciò che ci fa stare bene, con un linguaggio che strizza l’occhio ai cambiamenti nelle abitudini dei giovani e giovanissimi. “Punto e a cuore” è la sintesi di questo percorso autoriale che spinge il lettore ad aguzzare la vista e considerare la storia una sorta di ‘player 2’ con cui entrare in dialogo.