E’ durata due anni l’attività investigativa della guardia di finanza di Padova che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per un importo complessivo di un milione di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie.
Indebita percezione di erogazioni pubbliche, sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di quasi un milione di euro nei confronti di cinque indagati, ritenuti appartenenti a un sodalizio dedito alla commissione di più delitti di indebita percezione di fondi pubblici. L’operazione è stata eseguita dai finanzieri del Comando Provinciale di Padova, con la collaborazione dei colleghi di Salerno, Sapri, Bologna, Rovigo e Chioggia, nell’ambito di un’operazione diretta dalla locale Procura della Repubblica.
L’attività investigativa
Dalla fine del 2020, gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Padova hanno svolto indagini sul conto di due società, con sede a Nocera Superiore (SA) e Limbiate (MB), che avevano dichiarato, durante il periodo del lockdown, di aver aperto delle unità locali a Correzzola (PD), Verona e Bologna. Contestualmente, tali imprese avevano richiesto e ottenuto ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese. Il modus operandi escogitato dagli indagati, di cui quattro uomini di origine italiana e una donna rumena, prevedeva l’acquisizione di società non più operative, formalmente intestate a prestanome, attraverso le quali venivano avanzate richieste di finanziamento di ingente valore alle filiali di primari istituti di credito.
Per risultare meritevoli del credito bancario, gli indagati, tra i quali figura anche un consulente aziendale, creavano ad hoc falsa documentazione contabile, gonfiavano i bilanci delle società, predisponevano documentazione relativa ad asseriti investimenti e progetti da realizzare, dichiaravano di avere diversi uffici e, parallelamente alla richiesta di finanziamento alle banche, richiedevano la garanzia dello Stato concessa da apposito Fondo a sostegno delle piccole e medie imprese (istituito con il c.d. “Collegato alla finanziaria 1997”), amministrato da Mediocredito Centrale S.p.a. per conto del Ministero dello Sviluppo Economico e alimentato anche con l’apporto di fondi europei. La finalità del Fondo di Garanzia è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese per investire nell’attività aziendale, mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e, spesso, si sostituisce alle garanzie reali fornite in proprio dalle imprese. Con l’entrata in vigore del “Decreto liquidità”, provvedimento normativo emanato durante l’emergenza sanitaria, oltre ad aumentare la platea di potenziali beneficiari, sono state semplificate le procedure per fruire dello strumento giuridico e sono aumentate le garanzie fornite dallo Stato.
Le sedi
Gli indagati, al fine di evitare eventuali accertamenti, oltre a trasferire continuamente le sedi legali delle società, aprivano conti correnti presso filiali di diversi istituti di credito, site in Candiana (PD), Villafranca di Verona (VR) e Chioggia (VE). Il denaro indebitamente ottenuto con le condotte delittuose sopra descritte veniva immediatamente bonificato a favore di società di comodo, con sedi dichiarate in Milano, Rodigo (MN), Padova, Piove di Sacco (PD), Rosolina (RO) e Nocera Superiore (SA), per poi essere dirottato verso conti correnti rumeni, riconducibili, anche per interposta persona, agli stessi indagati. Sulla base delle ipotesi investigative delineate, il G.i.p. del Tribunale di Padova, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, ha emesso un apposito provvedimento cautelare reale, finalizzato a sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di un milione di euro circa.